In famiglia all’improvviso, webserie di Christian Marazziti sulla prevenzione del tumore al polmone

di Redazione

Che poi io tra l’altro sarei un regista, però a tempo perso faccio l’autista” dice Fernando, il conducente del taxi, al cliente seduto dietro che con aria supponente gli risponde “ho capito, lei di mestiere fa l’autista”. E invece no: per quanto squattrinato Fernando fa proprio il regista ed è a lui che si rivolge Pier Paolo, il suo agente, per affidargli un docufilm. L’unica cosa – lo avverte Pier Paolo – è che “non c’è una lira” e che “parla di una famiglia avvolta nel dramma, una famiglia de gente ciancicata, gente che soffrono, che stanno male…” e pure di procurarsi un cast perché “loro non vogliono apparire”. Intanto in un’altra auto un uomo tossisce e non riesce a respirare, la moglie preoccupata vuole portarlo in ospedale ma lui chiede di tornare a casa, mentre il figlio li riprende con il cellulare. E una volta a casa ecco il furgone della scalcinata compagnia pronta a raccontarli in una web-fiction: Fernando ha infatti messo a punto il cast: un meccanico, un’estetista, un barista, in realtà tutti attori messi male. Sì ma perché Bruno, l’uomo con la tosse, ha voluto tutto questo? “È tornato un vecchio conoscente – confessa alla moglie Linda e ai presenti tutti  – ho una recidiva… cancro al polmone”.

Il ritorno di un vecchio conoscente è il titolo del primo episodio di In famiglia all’improvviso – Combattiamo insieme il tumore del polmone, prima web serie diretta da Christian Marazziti (Sconnessi) che si è anche ritagliato il ruolo del tassista-regista, episodio che trovate già sul sito omonimo (infamigliaallimprovviso.it) dove sarà caricata una puntata a settimana per 10 settimane. In famiglia all’improvviso è promossa da Salute Donna onlus, Salute Uomo e WALCE onlus con il contributo non condizionato di MSD, e a dispetto del tema è brillante e divertente, pur mantenendo un grande rispetto nel trattare una malattia che si manifesta in modo subdolo e che il più delle volte viene diagnosticata per caso e quindi in ritardo. E questo anche grazie a un cast – quello vero – composto da Federico Tocci che è Bruno (Il colpo del cane, Sulla mia pelle, Suburra La serie, Solo, La squadra, Squadra antimafia), Maurizio Mattioli (A mano disarmata, Sconnessi, Immaturi, Tutta colpa di Freud), Andrea Amato (I nostri ragazzi, Il nome del figlio, Zeta, I Cesaroni), Silvia Mazzotta (Don Matteo 10, Ris 5, I liceali 2, E-bola), la youtuber Angelica Massera (Il bello delle donne qualche anno dopo), Diego Tricarico (Cattivi ragazzi), il duo comico Pablo e Pedro ovvero Nico Di Rienzo e Fabrizio Nardi (Ciao Brother), Pierluigi Stella (Scomparsa, Distretto di Polizia), Gianluca Brundo (Un posto al sole, The fool).

Ancora una volta l’arte del cinema e della fiction a scopo sociale dunque, e stavolta al fine di deviare lo sguardo dalla malattia alla prevenzione e raccontarne l’impatto in una famiglia come tante quando si presenta o ripresenta, appunto, all’improvviso. In famiglia all’improvviso è una risposta al cancro” dice Annamaria Mancuso, presidente Salute Donna Onlus e Salute Uomo Onlus che ha avuto e purtroppo ha diversi casi di tumore del polmone in famiglia.

Christian Marazziti aveva già parlato di una malattia, l’Alzheimer, con il cortometraggio Pollicino, poi di un’epidemia che ha massacrato l’Africa e terrorizzato il mondo nel suo primo lungometraggio intitolato E-bola, eppure “quando mi è arrivata questa proposta mi sono chiesto se fossi la persona giusta per trattare un tema così delicato, ostico, complesso e anche doloroso – dice il regista romano – ma poi ho detto sì e ho deciso di raccontare una storia vera, sincera, mescolando commedia e dramma e scegliendo una formula di ‘cinema nel cinema’: un gruppo di attori che riceve l’incarico di girare un documentario su una famiglia borghese, salvo scoprire che il capofamiglia convive con un tumore del polmone. Il documentario diventa poi il racconto di questa esperienza, un viaggio di reciproca scoperta e avvicinamento tra i due gruppi – la famiglia e gli attori – sempre più coinvolti nelle tappe del percorso di cura del tumore del polmone, giocato su una serie di contrasti”.