Arriva finalmente al cinema Dune, l’attesissimo film di Denis Villeneuve (Arrival, Blade Runner 2049) tratto dal celeberrimo best seller di Frank Herbert, dopo i lunghi applausi ricevuti a Venezia 78 dove è stato presentato in anteprima e fuori concorso accompagnato dal regista e dal cast. Un cast che non poteva che essere grandioso, a cominciare da Timothée Chalamet (Chiamami col tuo nome, Piccole Donne) protagonista del red carpet più acceso della Mostra, ma tantissimi fan erano là anche per Zendaya (Spider-Man: far from home, Spiderman: Homecoming, Euphoria), anche se nel film non si vede tantissimo. E poi Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Chen Chang, David Dastmalchian, Sharon Duncan-Brewster, Charlotte Rampling, Jason Momoa, Javier Bardem.
Ho visto il film in anteprima, girato per la cronaca in Ungheria e in Giordania, e devo dire che è molto bello. L’atmosfera è quasi magica e non paragonabile ai film di fantascienza cui siamo abituati. In parole povere, ci sono sì combattimenti e voli spaziali da un pianeta all’altro, ma nulla di adrenalitico: la storia ha una sua lentezza e maestosità che affascina, così come incanta il colore base che non poteva che essere il sabbia, e nonostante il film duri più di due ore e mezza, non mi è mai calata la palpebra. Inoltre ho apprezzato molto che, proprio grazie a questa velocità ridotta, non ci si perde tra i tantissimi personaggi e le loro complesse relazioni. La fotografia di Greig Fraser, le musiche di Oscar Hans Zimmer e gli effetti speciali di Gerd Nefzer fanno il resto.
Siamo nel futuro, oltre il 10.000, sprofondati in un universo mondo decisamente pericoloso dove tutto gira attorno a una sorta di droga, qui chiamata spezia, in grado di potenziare a dismisura le capacità umane, quindi di far attingere a visioni, sogni e allucinazioni mai completamente staccate dalla realtà, che siano del passato, del presente o del futuro, e anche ad allungare la vita. Questa spezia, che è la risorsa più preziosa del pianeta Arrakis, si trova libera, sparsa nella sabbia del deserto, e viene estratta da anni dalla casata degli avidi e ormai ricchissimi Harkonnen, che hanno preso possesso del pianeta a danno dei nativi (storia vecchia che purtroppo, stando a Herbert, continuerà a verificarsi nei secoli) che si chiamano Fremen e che a causa della vicinanza continua con la spezia hanno tutti dei meravigliosi occhi azzurri. Tra loro c’è Chani (Zendaya) che avrà con Paul (Timothée Chalamet) un rapporto particolare. L’imperatore decide di cambiare e offrire la gestione del pianeta, e quindi della spezia, al Duca Leto Atreides che, nonostante senta odore di trappola, accetta con onore l’incarico e vi si trasferisce con tutta la famiglia: la sua concubina Lady Jessica (Rebecca Ferguson), che ha dei poteri straordinari facendo parte dell’organizzazione Bene Gesserit, poteri che puntano soprattutto sul potere manipolatore della voce, e che ha passato al figlio che li sta ancora perfezionando; e, appunto, suo figlio Paul che dopo tradimenti, colpi bassi e sconfitte epiche, sarà chiamato a garantire un futuro alla sua famiglia e la sua gente, praticamente a salvare il mondo, passando per prove dolorose e terrificanti, tipo i vermi giganti del deserto, per dirne una. L’importante, ed è una condizione fondamentale per la sopravvivenza, anche di Paul, è riuscire a vincere le proprie paure. Ecco le dichiarazioni di Timothée Chalamet e di Zendaya alla presentazione di Dune a Venezia 78: