Videointervista a Giusy Versace, lunedì protagonista di Snaps

di Patrizia Simonetti

Parlare con Giusy Versace è una boccata di ottimismo, un’iniezione di positività e di fiducia verso sé stessi e il futuro. Perché magari pensi che nessuno ce l’avrebbe mai potuta fare a rendere la seconda parte della sua vita più ricca e densa della prima, e neanche tu se a dividerla in due c’è un incidente che ti ha portato via tutte e due le gambe quando soltanto 28 anni. Eppure, il suo entusiasmo assolutamente lucido, non farneticante come quello in cui a volte capita di imbattersi, bensì logico, sorretto sì da una fede profonda e solida ma anche da una visione attenta della realtà e da una consapevolezza nitida delle proprie potenzialità, è a dir poco contagioso. Ci verrebbe da consigliarlo come integratore nella cura della depressione: se oggi proprio non ci riesci a sorridere perché non esci da più di un mese e se anche lo fai trovi tutto chiuso, tranne i supermercati e gli alimentari che per entrare ad uno ad uno devi fare un’ora di fila, e la sera non c’è cinema o teatro o locale che possa accogliere la tua voglia di distrazione, beh, fai uno squillo alla Versace… Oppure vai sui suoi social e guardati e ascoltati i suoi post di questi giorni di quarantena da Coronavirus: magari davanti alla sua lettura di quella parte del suo primo libro Con la testa e con il cuore si va ovunque ti commuovi pure, là dove ricorda l’elicottero che la portò in ospedale, il suo comprendere all’istante di non avere più le gambe, la sala di rianimazione e i medici ai quali dice di dovere tantissimo, così come plaude a quelli di oggi in prima linea contro il Covid-19; ma poi ecco che pensi che se ce l’ha fatta Giusy Versace, forse non è poi da suicidio un’altra mesata di clausura, anche se non smetterai di lamentartene.

Sarà sicuramente questo l’effetto che farà il suo essere ospite, lunedì 6 aprile alle 20, di Snaps Oltre lo Sport, il programma condotto da Roly Kornblit su Sportitalia, mai data scelta in modo migliore. Così l’ho chiamata via Skype, per farmi anticipare qualcosa sulla puntata, ma poi la chiacchierata è andata dove voleva tra sorrisi, qualche risata, una mascotte in peluche con una protesi al posto di una zampa, e tanto da dire sulla sua frenetica attività a tutto tondo dei suoi secondi 28 anni, quello dopo l’incidente del 22 agosto del 2005 sulla Salerno Reggio Calabria. Solo due anni dopo Giusy Versace guidava di nuovo e dopo altri 3 correva sulle sue protesi in carbonio, prima atleta italiana della storia a correre con amputazione bilaterale, collezionando premi su premi e record su record sui 60, 100, 200 e 400 metri, arrivando fino alle Paralimpiadi di Rio, entrando in finale nella gara dei 200. Ma vogliamo parlare della vittoria nel 2014 a Ballando con le stelle in coppia con il ballerino Raimondo Todaro? E dello spettacolo di prosa, musica e danza che con lui 3 anni dopo porta in teatro, quello tratto dal suo primo libro e sempre intitolato Con la testa e con il cuore si va ovunque con la regia di Edoardo Sylos Labini? Ma non prima di aver condotto in Alive – La forza della Vita su Rete 4 e La Domenica Sportiva su Rai 2. Da sempre impegnata nel sociale per i giovani, i disabili, le donne, gli emarginati, presidente della Disabili No Limits Onlus da lei stessa fondata nel 2011, porta questo suo impegno anche in politica. Il messaggio è chiaro, la vita va avanti e di ogni terribile scherzo che ci possa rifilare, se ne può fare un punto di forza per essere migliori e felici, non senza accusare il colpo, ma superandolo. Un messaggio che arriva forte e chiaro anche sulla leggerezza di un red carpet, quello di Venezia 76 ad esempio, dove ha sfilato in miniabito nero di grande effetto e tacchi a spillo in occasione del docufilm Donne in Prigione scritto con Jo Squillo e Francesca Carollo. E allora come non chiamarla Wonder Giusy, proprio come il suo ultimo libro dedicato ai ragazzi e da loro ispirato… Eccola la mia videointervista a Giusy Versace: