Complotto? Scommesse? Qualcosa di più? Sarà una puntata bomba quella di lunedì 30 marzo di Snaps Oltre lo sport dedicata al campione di ciclismo Marco Pantani, alla sua vita, alla sua ascesa e alla sua discesa iniziata nel 1999 quando il Pirata fu escluso dal Giro d’Italia per doping. Ma fu giusto così? O la cosa fu pilotata? E chi o cosa c’era dietro? A queste e ad altre domande risponde Roberto Pregnolato, ex massaggiatore e amico di Marco Pantani, intervistato da Roly Kornblit, conduttore del programma in onda ogni lunedì alle 20 su Sportitalia (canale 60 del Digitale Terrestre) dedicato al lato umano dei nostri miti sportivi. Marco Pantani morì il 14 febbraio di 16 anni fa in un residence di Rimini per overdose di cocaina e psicofarmaci, ma da qualche tempo l’inquietante ipotesi che sia stato ucciso sembra prendere sempre più piede. Del caso si è occupata la Procura di Rimini, è stato arrestato il pusher che aveva fornito la droga al campione, tal Fabio Miradossi, che patteggiò la pena, si è tirata in ballo la camorra, si è parlato di minacce ricevute… E se la verità fosse nelle parole di chi gli fu vicino ogni giorno della sua carriera? “L’ho massaggiato per 14 anni, ero ormai più il suo papà che il suo massaggiatore e durante i massaggi parlavamo di tutto, si rideva – racconta i trasmissione Roberto Pregnolato a Roly Kornblit e al suo pubblico – l’uomo era diverso dall’atleta, perché Marco nella vita di tutti i giorni era una persona semplice, che viveva tra la gente, che non si nascondeva dietro alla bicicletta o al fatto che era famoso… E quello del 99 non era doping, ma dopo quell’episodio è stato abbandonato e lasciato solo…” Poi l’uomo racconta la sua verità, quella che vede coinvolti tutti e che si racchiude in una definizione a dir poco agghiacciante che vi lasciamo ascoltare dalle sue stesse parole nell’appuntamento con Snaps Oltre lo sport di lunedì sera. Noi per sapere un po’ di più e per avere qualche anticipazione abbiamo fatto una chiacchierata con il padrone di casa di Snaps, ecco la nostra videointervista via Skype a Roly Kornblit:
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