Mare Fuori, videointervista a Valentina Romani, Nicolas Maupas e Massimiliano Caiazzo

di Patrizia Simonetti

Filippo vive a Milano, ha un futuro roseo davanti a sé come pianista, è molto bravo, lo attende la Filarmonica. Invece in una breve viaggio a Napoli con i suoi amici per partecipare a un DJ set si lascia andare ad una notte brava a base di MDMA e in una prova di coraggio notturna che ricorda quella de La Febbre del sabato sera, qualcuno muore e non è lui. Carmine di cognome fa Di Salvo e i Di Salvo sono camorristi, lui però vuole starne fuori e, nonostante il fratello Ezio lo comandi a bacchetta ricordandogli sempre chi è e da dove viene, lui sogna di aprire il salone di bellezza più grande di Napoli assieme alla sua ragazza Nina, ma quando Nina resta vittima del branco rivale che per punirlo tenta di violentarla, Carmine le forbici da parrucchiere le usa nel modo sbagliato, anche se in quel momento quello era forse l’unico modo di farlo. Filippo e Carmine si ritrovano così nella stessa cella dell’Istituto di Pena Minorile a Napoli, quello con il mare fuori, l’uno così diverso dall’altro e da tutti gli altri che sono lì dentro, in comune una sola cosa: aver commesso un errore.

Inizia così Mare fuori, serie TV tutta dedicata ai giovani diretta da Carmine Elia (qui la nostra videointervista a Carmine Elia), da mercoledì 23 settembre in prima serata su Rai 2, a raccontare di vite spezzate e destini incrociati. In carcere Filippo (interpretato dll’esordiente Nicolas Maupas) e Carmine (Massimiliano Caiazzo, Furore 2) cambieranno, e cambieranno i rapporti con le loro famiglie e con loro stessi, così come probabilmente è già accaduto agli altri ragazzi e ragazze che lì incontreranno. Tutti hanno le loro colpe, ma molti di loro quell’errore non avrebbero potuto non commetterlo e, in fondo, per alcuni potrebbe paradossalmente sembrare tutt’altro. Mare fuori ti fa pensare che non è tutto bianco o nero, che le colpe non sono sempre delle stesse persone, e che chi sta dentro non è sempre peggiore da chi resta fuori. E che, per dirla con il regista, se in carcere ci vanno i ragazzini, è perchè prima e di più hanno sbagliato gli adulti. 

A Filippo gli danno filo da torcere, lo chiamano O’ Chiattillo, cioè il signorino, ma anche Carmine ha un soprannome, O’ Piecuro. Proprio come si vede nelle prigioni degli adulti, anche lì le gerarchie contano, il rispetto te lo devi conquistare e se vieni preso di mira, sei finito. E allora molti di loro sbaglieranno di nuovo. Il giovane boss si chiama Ciro (Giacomo Giorgio), camorrista di famiglia da cui ha ereditato modi e pensieri, convinto di essere il migliore. Edoardo (Matteo Paolillo) è il numero due, bello e già quasi padre. Poi c’è Pino detto ‘o Pazzo (Ar Tem, già visto ne La Paranza dei bambini), protettivo nei confronti di sua madre, il padre non ce l’ha, però ha un cane, Tyson, che ama come un fratello, ed è per salvarlo e vendicarlo che finisce in prigione. Gianni (Domenico Cuomo), è un adolescente piccolino che sogna di diventare un cantante, a portarlo in carcere una casa più violenta di quella cella. Tano ‘o Pirucchio (Nicolò Galasso), è il soldato di Ciro e ci gode a punire chi Ciro decide di punire. Totò (Antonio Orefice) si schiera sempre col più forte mentre Milos (Antonio D’Aquino), zingaro sinti, se glielo chiedi ti trova qualunque cosa ti serva.   

E poi ci sono le ragazze. Come Naditza, interpretata da una Valentina Romani (Un bacio, Che Dio ci aiuti, Un passo dal cielo, La porta Rossa, Skam Italia) sempre bravissima, qui anche ad imparare perfettamente la cadenza napoletana, una giovane rom solare, empatica, energica e coraggiosa, anche se ruba, e quell’albergo lo conosce bene, stavolta però è diverso: se il padre vuole venderla a un tizio molto più grande di lei che non ha mai visto in vita sua e che dovrà sposare, allora meglio il carcere che la famiglia. Tutta l’opposto di Viola (Serena De Ferrari), anche lei del nord come Filippo, un’aria fredda e uno sguardo che ti gela il sangue, il suo delitto sembra stato feroce e immotivato, tiene sotto giogo Serena (India Santella), così manipolabile da farle fare tutto ciò che vuole. Silvia (Clotilde Esposito) è una seduttrice nata, Gemma (Serena Codato) ha conosciuto la violenza e non riesce più a vivere senza un carnefice, Vesna e Lierka (Marika Lenzi, Naomi Piscopo) sono zingare stanziali come Naditza ma non si sognerebbero mai di tradire la loro cultura. Di tutti loro si prendono cura Paola Vinci, la nuova direttrice interpretata da Carolina Crescentini (qui la nostra videointervista a Carolina Crescentini), il comandante della polizia penitenziaria Massimo (Carmine Recano, immancabile in ogni film di Ferzan Ozpetek), l’educatore Beppe Romano (Vincenzo Ferrera), gli agenti penitenziari Liz (Anna Ammirati), Lino (Antonio De Matteo) e Gennaro (Agostino Chiummariello).

Il Mare fuori del titolo è quello che i ragazzi e le ragazze detenute vedono dalle finestre sbarrate delle loro celle, un mare aperto al contrario del loro mondo, una distesa senza fine e senza tempo cui affidare i propri sogni, un telo verde dove dipingere le loro fantasie, una speranza di una nuova vita. Fuori. Abbiamo incontrato e videointervistato Valentina Romani che fa Naditza, Nicolas Maupas che è Filippo e Massimiliano Caiazzo che interpreta Carmine: