Un bacio: storia d’amore, adolescenza, bullismo e omofobia. E i ragazzi in sala fanno buu

di Patrizia Simonetti

Un bacio. Tutto scatta lì, da lì tutto cambia, tutto si fa violento e irrecuperabile, da un bacio, quello tra Lorenzo e Antonio. E i ragazzi in sala fanno buu. Ma non è colpa loro, gli omofobi e i sessisti siamo noi adulti, dice Ivan Cotroneo, regista di Un bacio appunto, il suo nuovo film tratto dal suo libro omonimo e scritto con Monica Rametta, in sala da giovedì 31 marzo grazie a Lucky Red. La storia è quella di tre sedicenni, Lorenzo, Antonio e Blu, la ragazza si chiama così, e lei si chiede ancora cosa si erano fumati i suoi per darle il nome di un colore. Tre compagni di classe di una cittadina del nordest, o meglio, i tre sfigati, i tre emarginati, i tre che nessuno invita alla sua festa.

Lorenzo perché è gay e non lo nasconde: camicie con le farfalle, scarpe da ginnastica con le ali e il suo continuo ripetersi che è favoloso. Quando la situazione non volge a suo favore si rifugia da un’altra parte, dove balla applaudito da tutti mentre fiori e farfalle a cartoni gli sgusciano via dalle tasche. Renato e Stefania sono i suoi genitori adottivi, sono bravi con lui, lo difendono e lo accettano per quel che è, anzi, ne sono orgogliosi. Blu perché è stata con i tre più fighi della scuola, e con tutti e tre insieme, compreso il suo ragazzo Giò che è all’università a Milano: la sera lei bacia la sua foto appesa in camera, sul suo casco c’è una mano con il dito medio alzato e poi si scrive lettere da sola per rileggerle quando sarà adulta e ricordare quanto l’adolescenza faccia schifo. Antonio perché è un po’ lento e infatti ha ripetuto l’anno, però gioca molto bene a basket: la sera quando è in camera sua parla con il fratello morto che gli dispensa consigli, a volte buoni, a volte no. Insomma il frocio, la troia e lo scemo, a scuola li chiamano così. Loro però diventano amici, grandi amici, ognuno dà coraggio all’altro e forse per la prima volta insieme si divertono davvero. Se ne fregano degli altri e di ciò che pensano, ma alla fine sarà proprio con la paura del giudizio altrui che faranno i conti. E i conti non torneranno.

Bullismo, omofobia, emarginazione, l’adolescenza a volte può essere un inferno soprattutto se sei fuori dagli schemi, ma la felicità, quella, ci provi lo stesso a trovarla. Bravissimi i tre ragazzi che interpretano i protagonisti, tutti al loro esordio sul grande schermo: Rimau Grillo Ritzberger che è Lorenzo, Leonardo Pazzagli che è Antonio e Valentina Romani (vista però tanto in TV da Un’altra storia a Tutto può succedere) che è Blu. E poi i genitori: Thomas Trabacchi e Susy Laude sono quelli di Lorenzo, Sergio Romano e Laura Mazzi quelli di Antonio e Giorgio Marchesi e Simonetta Solder (sposati tra loro e genitori anche nella vita) quelli di Blu. Eugenio Franceschini fa Giò.

Un bacio, prodotto da Indigo Film e Titanus con Rai Cinema e con tanto di Hurts, il nuovo singolo di Mika nella colonna sonora, ha concluso oggi a Roma il suo tour di anteprime per i ragazzi di sei città italiane perché “ho pensato continuamente a loro e al loro universo mentre scrivevo – dice Ivan Cotroneo – e sono felice che i primi spettatori del film siano stati proprio i ragazzi e le ragazze, quegli adolescenti che non sono solo i protagonisti del racconto, ma ai quali tutto il film è dedicato”. Eppure anche qui, a Roma, dove eravamo pure noi, hanno rumoreggiato in sala all’approccio di Lorenzo verso Antonio. E al bacio, quel bacio, hanno fatto buu. Non tutti certo, ma un bel po’. Di questo, un po’ delusi, abbiamo chiesto a Ivan Cotroneo e ai tre giovani protagonisti Rimau Grillo Ritzberger, Leonardo Pazzagli e Valentina Romani:

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