Venezia 73: Leone d’Oro al filippino Lav Diaz. L’Italia vince con Liberami in Orizzonti

di Patrizia Simonetti

Va al filippino Lav Diaz per The Woman Who Left il Leone d’Oro di Venezia 73, un film di quasi quattro ore, e neanche troppo lungo per i suoi gusti, e in bianco e nero che racconta della liberazione di Horacia, una donna che ha scontato ingiustamente trent’anni di carcere, sullo sfondo gli ultimi anni Novanta, nelle Filippine ma non solo, tra sequestri di ragazzini e le morti di Madre Teresa e di Lady Diana, un premio che Diaz ha voluto dedicare “al popolo filippino che lotta per l’umanità”. Coppa Volpi femminile a Emma Stone per La La Land, Coppa Volpi maschile all’argentino Oscar Martinez per El ciudadano illustre (Il cittadino onorario) di Mariano Cohn e Gastòn Duprat.

Nulla da fare per i tre film italiani in concorso – Piuma di Roan Johnson, Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parent e Questi Giorni di Giuseppe Piccioni – l’unico premio all’Italia è quello per il miglior film della sezione Orizzonti che è Liberami, documentario di  Federica Di Giacomo sul fenomeno dei preti esorcisti in Sicilia.

Ad Animali notturni del regista-stilista Tom Ford va il Leone d’Argento – gran premio della giuria, film che porta sul grande schermo il romanzo Tony & Susan di Wright Austin dove una gallerista d’arte in crisi (Amy Adams) riceve dall’ex marito (Jake Gyllenhaal) un romanzo che in qualche modo parla della sofferenza che lei gli ha inflitto e che si intitola, appunto, Animali notturni. “Grande onore ricevere questo premio – ha detto in italiano Tom Ford che nel 2008 portò a Venezia A single man – l’Italia è una seconda casa per me, tornare è l’avverarsi di un sogno” .

La miglior sceneggiatura è quella di Jackie di Pablo Larrain con Natalie Portman nel ruolo di Jacqueline Kennedy. Premio speciale della giuriaThe Bad Batch, film sui cannibali dell’americana di origine iraniana Ana Lily Amirpour. Al messicano Amat Escalante e al russo Andrei Konchalovsky il Leone d’Argento per la miglior regia ex aequo rispettivamente per La regione selvaggia e per Paradise: “dedico il premio alla memoria dei figli della grande patria russa che hanno sacrificato la vita per salvare bambini ebrei nella lotta con i nazisti” ha detto Konchalovsky. La miglior opera prima è The Last of Us del tunisino Ala Eddine Slim che ha dedicato il riconoscimento “agli amici cineasti, in questo mondo che ci impone frontiere assurde  – ha detto – rimane uno spazio condiviso che è il cinema” Miglior documentario sul cinema Le concours di Claire Simone.