Sanremo 2021 confermato al 2 marzo, niente nave e stampa ridotta

di Patrizia Simonetti
Sanremo 2021 non si rimanda oltre. Già spostato dai primi di febbraio a quelli di marzo, si svolgerà dunque come previsto ormai da tempo, e cioè dal 2 al 6 marzo. Lo ha deciso ieri la Rai al termine di una lunga riunone con le varie strutture che prenderanno parte all’evento e, naturalmente, con il conduttore e direttore artistico Amadeus, il più convinto di tutti che quella sia la settimana giusta. Ora dovrà essere organizzato il cosiddetto protocollo sanitario e organizzativo da sottoporrre alle autorità competenti, soprattutto per il pubblico. Eh sì, il pubblico all’interno del Teatro Ariston ci sarà a tutti i costi, o non sarebbe un vero Festival di Sanremo si è ripetuto più volte, ma non sarà più relegato nella famigerata nave da crociera ancorata al porto definita bolla di cui si era tanto parlato, bensì, secondo indiscrezioni, composto per lo più da personale sanitario, pertanto già vaccinato. Il citato potocollo sanitario dovrà naturalmente valere per tutti, giornalisti inclusi, per i quali sarebbe però già stata decisa la prima soluzione, che è quella classica della mannaia: verranno quindi accreditati pochissimi cronisti, e va da sè che si tratterà delle testate maggiori (perchè tutti hanno diritto di lavorare…), si vocifera di un massimo di 80 persone per le quali si starebbe studiando una soluzione relativa alla sala stampa. Per gli altri si spera che almeno che ci sia la possibilità di lavorare in remoto con la collaborazione di discografici e uffici stampa, vedremo. Oggi il via ai sopralluoghi sul posto e qualche chiacchiera con la Questura sanremese.
Nonostante quindi il nuovo DPCM valido, al momento, fino al 5 marzo, quindi praticamente per tutto il Festival, cinema e teatri ancora chiusi, musica live e assembramenti vietati, ristoranti e bar per lo più chiusi, Sanremo 2021 non fa una piega, anzi, l’appellativo di Festival della rinascita coniato dallo stesso Amadeus resta valido. Ma non sarebbero tutti felici. Sembra infatti che i discografici abbiamo espresso alcune perplessità relative agli artisti, tipo sicurezza per le prove, le interviste e quant’altro.