Youtopia, videointervista a Matilda De Angelis: ci vorrebbero più Youtopie nel mondo

di Patrizia Simonetti

Se la banca sta per mettere all’asta la tua casa e per andare avanti devi venderti pure la macchina, senza contare la mamma anziana e malata a carico che certo una casa di cura o una badante non te la puoi permettere, magari al fatto che tua figlia si spogli davanti alla webcam del suo computer e tiri su qualche euro, ci passi sopra. E a mano a mano che le difficoltà crescono e la vita si fa sempre più dura, dietro suo stesso consiglio ti ci metti pure tu a fare lo streap online per qualche depravato che però paga. Ma poi quanto cambiano le cose se, vista la tua disperazione, tua figlia decide di mettere all’asta su Internet la sua verginità? Quanto cambia sapendo che tra lei e chi vincerà la gara non ci sarà alcuno schermo a separarli e che la sua prima volta sarà quella, e quella resterà per sempre? Racconta questo Youtopia di Berardo Carboni, prodotto da Piroetta e in sala da mercoledì 25 aprile con Koch Media, presentato ieri a Roma a un pubblico di studenti dallo stesso regista e dalle due protagoniste principali, Matilda De Angelis (che ha appena finito di girare la terza stagione di Tutto può succedere) che è la giovane Matilde e Donatella Finocchiaro che interpreta sua madre Laura, film che inesorabilmente fa emergere dubbi e domande su quanto ciò sia possibile, e sappiamo che lo è, e quanto comprensibile, e ti fa chiedere se le varie Matilde e Laure siano da colpevolizzare, assolvere o semplicemente da capire. “Io non mi pongo mai in una situazione giudicante – ci dice Matilda De Angelis nella nostra videointervista che trovate a fine articolo – non puoi mai sapere che lacune o problematiche ci sono dietro a certe situazioni, spesso generate da un sentimento di abbandono e da una sorta di inconsapevolezza rispetto alla possibilità di scegliere un’altra strada, soprattutto nell’adolescenza quando si prende tutto di petto”.

Nessun cattivo dunque? Forse sì. Perché a farla ancor più squallida, ecco la classica considerazione tra domanda e offerta, in quanto nessun business, per quanto destabilizzante possa essere per la propria dignità, avrebbe un seguito se non ci fosse l’acquirente che, in Youtopia così come nel mondo reale, è Ernesto – e chi ne fa le veci – cui dà vita un magnifico Alessandro Haber, farmacista sessantenne arricchito grazie al matrimonio con Fausta, una Pamela Villoresi altrettanto perfetta nel ruolo della consorte che accetta il marito con tutto il pacchetto delle sue perversioni, ma che non ha dubbi nel licenziare il loro dipendente perché lo ha aiutato a scavare sempre più a fondo del web più torbido, l’unica forse a non sentire il bisogno di una via di fuga da una realtà che non le piace: se infatti Ernesto ha il sesso fantasioso e proibito e Laura qualche bicchiere di troppo, Matilde ama viaggiare nel mondo fantastico di Landing, una terra virtuale e meravigliosa resa molto bene dall’animazione di Umberto Salerni e la grafica di Sheida Shahbaz, dove la ragazza vola leggera e si gode una sorta di relazione con un affascinante Avatar di nome Hiro che alla fine le farà un regalo ancor più meraviglioso: Youtopia, appunto.

L’idea del film nasce da uno studio iniziato nel 2010 con Volavola, un film sperimentale che ho girato con la tecnica del “machinima” in un mondo virtuale – spiega il regista – Youtopia porta a compimento questo percorso e quindi, da un lato mostra la realtà così come è, cinica, spietata, asfissiante, dall’altro racconta come oggi sia possibile e indispensabile cercare nuovi scenari, nuovi desideri, nuove visioni. I viaggi che Matilde compie in Landing, il mondo virtuale che frequenta quando è al computer, e non si spoglia per danaro, non sono quindi solo una fuga dalla realtà, ma il modo che lei ha per provare a cambiarla”. “Il film è un dramma felice – aggiunge Matilda De Angelisun romanzo di formazione di una ragazza che attraverso una realtà virtuale comprende un’altra scala di valori che poi riesce ad applicare alla sua realtà di tutti i giorni e questo Avatar è un po’ il suo traghettatore che l’accompagna attraverso l’inferno: Landing non è per lei solo una via di fuga, ma un altro modo di intendere la realtà, dove l’amore, la pista da ballo e lo stare insieme sono i valori portanti, ci dovrebbero essere più Youtopie nel mondo…” La nostra videointervista a Matilda De Angelis: