A Venezia 76 Tutto il mio folle amore di Salvatores, la conferenza stampa (video)

di Patrizia Simonetti

Fuori concorso e in anteprima è arrivato a Venezia 76 anche Tutto il mio folle amore, frase rubata alla celebre e struggente canzone Cosa sono le nuvole scritta da Pier Paolo Pasolini che l’ha inserita nel suo Capriccio all’italiana del 1967 e cantata da Domenico Modugno. Così si intitola l’atteso nuovo film di Gabriele Salvatores, che torna “di nuovo per strada” dice, liberamente tratto dal romanzo di Fulvio Ervas Se ti abbraccio non aver paura (Marcos Y Marcos) che racconta una storia vera e in sala dal 24 ottobre con Claudio Santamaria, Valeria Golino, Diego Abatantuono e l’esordiente in assoluto Giulio Pranno. Quest’ultimo interpreta Vincent, un sedicenne che non ha avuto una vita facile perché chiuso in se stesso come tutti i ragazzi autistici, né l’hanno avuta semplice sua madre Elena (Valeria Golino) né per il suo compagno Mario (Diego Abatantuono) che lo ha adottato. Già perché Willi (Claudio Santamaria), il padre naturale di Vincent, se n’è andato da tempo a rincorrere il suo sogno di cantante attraverso una vita senza orari e riferimenti. Finché una sera decide di andarlo scoprendo che non è assolutamente come a volte lo aveva immaginato. I due quindi partono – o meglio fuggono – per un viaggio durante il quale impareranno a conoscersi in modo totalmente istintivo, senza filtri o censure.  E anche Elena e Mario, passati all’inseguimento di Vincent e Willi, riusciranno finalmente a dirsi ciò che non si sono mai detti. Inevitabile per Valeria Golino – a Venezia 76 anche con Adults in the Room di Costa Gavras – il richiamo ad un altro film on the road e con gli stessi temi cui prese parte come quel Rain Man di Barry Levinson del 1988: “due film molto vitali – dice l’attrice napoletana – con una gioia intrinseca del racconto, due film in cui due fratelli in uno e un padre e un figlio nell’altro si rincontrano, si rieducano a vicenda e si migliorano. Oggi si parla più di autismo e spero che tutti noi abbiamo una consapevolezza diversa e meno pregiudizi a riguardo”.

C’è un folle amore che non riesce ad esprimersi in pieno – racconta Claudio Santamariaè stato molto interessante sorprendersi girando questo film, è stato un lavoro di grande libertà espressiva. Il mio personaggio scoprirà di essere padre e riuscirà a ricucire quelle ferite che sedici anni prima lo avevano fatto fuggire”. Giulio Pranno ha incontrato il vero ragazzo autistico protagonista del libro che ha ispirato il film che davvero partì con il padre per un viaggio in motocicletta in America e “il mio rapporto con Andrea mi ha aiutato molto a scoprire questi lati del mio personaggio e a poterlo interpretare” ha raccontato. Tutto il mio folle amore è stato girato a Trieste perché “aveva comunque bisogno di un confine – dice Gabriele Salvatoresperaltro Trieste e la mia Napoli hanno molte più cose in comune di quanto si possa pensare”. Ecco la videosintesi della conferenza stampa con Claudio Santamaria, Valeria Golino e Giulio Pranno: