Tutte le mie notti, videointervista a Alessio Boni e Benedetta Porcaroli

di Patrizia Simonetti

Si dice che sia l’occasione a fare l’uomo ladro. O forse anche di peggio. Una tragedia scatena le coscienze di tutti, ma intanto qualcuno ha già colto l’occasione al volo trasformando, o cercando di farlo, una sciagura in un’occasione. Tutte le mie notti, opera prima di Manfredi Lucibello, fiorentino, classe 1984, racconta questo. Racconta come un uomo, apparentemente appagato e di successo, possa approfittare di una ragazza morta per concludere un affare che lo risollevi dalla crisi. E di come due donne che non si sono mai incontrate nella vita, lo facciano nel modo più imprevedibile e inquietante possibile e scoprano di essere molto più simili di quanto non avrebbero potuto mai immaginare. Benedetta Porcaroli torna a vestire i panni di una baby squillo come le abbiamo già visto fare in Baby, la serie di Netflix di cui si attende la seconda stagione, ma in un modo completamente differente. Barbora Bobulova quelli di una donna apparentemente indipendente e realizzata, di professione avvocato, invece non è che la vittima di un uomo che l’ha plasmata a suo piacimento approfittando della sua vulnerabilità che nel tempo si è trasformata in amore per lui. E lui è sempre lo stesso uomo di prima ed è interpretato da Alessio Boni: “Federico non è un cattivo, non è uno che fa contratti con la mafia, non è un assassino abituale, ma è una persona normale, un imprenditore che ha una famiglia, sta da Dio, ha 120 dipendenti – ci racconta Alessio Boni nella nostra videointervista – poi succede un fatto, come ci si comporta? Lì esce la vera natura, a volte si prende la strada sbagliata…” E così forse è stato anche per Sara, la sedicenne che vaga disperata e visibilmente scossa su una strada buia di una piccola città di mare e Veronica è lì per portarla al sicuro e aiutarla. O così sembra. “Sara è un personaggio misterioso che scopriamo piano piano – ci racconta Benedetta Porcaroli nella nostra videointervista – e il punto fondamentale è l’incontro con questa donna che non conosce, ma durante il film si trovano ad avere moltissime cose in comune, un senso di smarrimento, di inquietudine e di solitudine che le lega profondamente, e alla fine entrambe scopriranno sé stesse”.

Tutte le mie notti racconta un mondo oscuro fatto di bugie e sotterfugi, di segreti e paure, dove nulla è come sembra e dove nessuno, mai, può sentirsi al sicuro. Dove tutto può andare in mille pezzi come uno specchio infranto se l’imprevisto o l’inaspettato di mettono di mezzo. La morte della sua migliore amica Claudia con la quale aveva cominciato quasi per gioco a vendersi, fa crollare il castello di carte che Sara si è costruita: è bellissima e lo sa, e quella sua bellezza deve per forza valere qualcosa, ma non è poi così facile, non è poi “non è niente”, non è poi “tutto normale che lo fanno tutte”. Ed è esattamente allo stesso modo e nello stesso tempo che Veronica, quarant’anni, venti dei quali dedicati a Federico, il suo unico cliente, colui che sin dall’inizio ha creduto in lei, nel suo essere e poter diventare una professionista perfetta, l’unico che ammira, idealizza e quindi ama: Federico crollerà davanti ai suoi occhi come un castello di sabbia e lei si ritroverà persa, ma non sola, perché con lei c’è Sara.  “Pian piano Sara ha abbandonato i tratti tipici di una dark lady, per assumere quelli di una semplice ragazza. Veronica ha dismesso i severi abiti da avvocato e si è riappropriata della sua femminilità – dice il regista Manfredi LucibelloInevitabilmente mi sono trovato ad affidare il destino di questa notte nel loro inaspettato incontro e tutto ha cambiato prospettiva”.

Tutte le mie notti – cast azzeccato, dialoghi intensi, atmosfera decisamente noir – è un thriller psicologico sottile e inquietante, è facile che tocchi qualche corda in ognuno di noi, perché ognuno di noi ha qualche segreto da nascondere, qualche compromesso cui piegarsi, una solitudine da cui difendersi, ma non tutti hanno una persona su cui specchiarsi e scoprire chi si è davvero. Abbiamo mai approfittato di un’occasione che per qualcun altro era un problema? Abbiamo mai anteposto i nostri interessi alla sicurezza altrui? Abbiamo mai pensato di poter fare qualcosa perché tanto la fanno tutti? Ci siamo mai chiesti se la persona che idolatriamo se lo meriti davvero? Siamo in fondo come vogliamo essere o come ci hanno fatto diventare? Quasi meglio di una seduta d’analisi. La nostra videointervista con Alessio Boni e Benedetta Porcaroli: