Tokyo Love Hotel: 24 ore in un albergo dell’amore giapponese

di Patrizia Simonetti

Dimenticate il Marigold, il Grand Budapest, e anche il Cortez di American Horror Story che di sesso, per quanto mescolato a fantasmi e sangue, ne ha visto un bel po’. Qui siamo in un Tokyo Love Hotel, esattamente all’Atlas, in pieno Kabukicho, quartiere a luci rosse della capitale giapponese, dove brulicano locali per adulti, bordelli e alberghi a ore e dove in sole 24 ore si intrecciano le vite e le storie di una poliziotta in incognito con il suo amante, di un finto pigmalione che cerca di accalappiare con l’inganno una ragazzina scappata di casa, di un’immigrata coreana che fa la prostituta ma il fidanzato non lo sa ed è da lui che un giorno lei vuole tornare, e di molti altri personaggi. Tutto ciò e altro ancora racconta Tokyo Love Hotel, commedia corale del giapponese Hiroki Ryuichi, presentato l’anno scorso in Italia al Far East Film Festival di Udine e da oggi nelle nostre sale a svelare strani, ma poi neanche tanto, rapporti umani di cinque coppie disperate e single vari più o meno nelle stesse condizioni, tra amore ed erotismo, sesso a pagamento – che in Giappone va per la maggiore – e sentimento, ossessione e ironia, speranza e destino.

Tutto si svolge nell’arco di un giorno e di una notte all’Atlas, “un hotel dove gli uomini e le donne si incontrano, un hotel dove i corpi e i cuori si mettono a nudo” dice la voce fuori campo a inizio film. A gestirlo senza il minimo entusiasmo è Toru, un ragazzo che prima lavorava in un rispettabile albergo a 5 stelle, ma è stato licenziato, per cui ora si ritrova a sua volta spettatore di un film fatto di amanti clandestini, attrici porno, escort malinconiche, donne delle pulizie che in realtà non lo sono, clienti che s’innamorano. A scuoterlo sarà la scoperta che la sua ragazza è disposta a tutto pur di diventare una popstar e sua sorella minore sta per girare un film hard proprio all’Atlas. Nel cast anche Maeda Atsuko, ex componente della girl band AKB48 e già vista all’ultimo FEFF in Mohican comes home, e Sometani Shota, anche lui noto alla platea del FEFF grazie ai due Parasyte di Yamazaki Takashi e a Tokyo Tribe di Siono Son. Ecco una clip di Tokyo Love Hotel: