Tapirulàn: premiere romana per l’opera prima di Claudia Gerini. Recensione e videointerviste a cast e ospiti

di Patrizia Simonetti

Premiere romana, ieri sera, al Cinema Adriano, per Tapirulàn, esordio alla regia di Claudia Gerini in sala dal 5 maggio, in cui l’attrice dirige, oltre che sè stessa nel ruolo della protagonista Emma, un cast di attori chiamati ad interpretare i suoi clienti/pazienti con i quali Emma, di professione counselor, interagisce soltanto attraverso lo schermo di un grande tablet. E sempre correndo sul suo tapis roulant o, in questo caso, Tapirulàn: Maurizio Lombardi, Daniela Virgilio, Stefano Pesce, Lia Greco. Mentre Claudia Vismara è sua sorella Chiara che la donna non vede da 26 anni, e Fabio Morici, oltre ad essere lo sceneggiatore del film, dà anche vita al suo capo. Un film complesso e certamente fuori dai canoni comuni. Gli attori non hanno mai recitato assieme  sul set, ognuno faceva la propria parte diretto dalla neo regista, che poi veniva montata con quella della protagonista. Eppure nulla si è perso in quanto a spontaneità, passionalità e partecipazione emotiva ai rispettivi personaggi.

Il paradosso generale è che Emma riesce davvero ad aiutare gli altri – seppure con qualche ingenuità di troppo – e in ognuno dei suoi pazienti trova qualcosa di sé, dall’ossessivo compulsivo che conta le fughe delle mattonelle, i biscotti della colazione e non varca mai la porta di casa, all’adolescente che non ama il suo aspetto fisico e correbbe essere notata di più; dal ragazzo che scopre con sorpresa e un po’ di timore di essere gay, alla donna picchiata dal marito che, nonostante tutto, continua a giustificare; fino al padre che non si dà pace per aver causato la morte di sua figlia e non riesce neanche a tagliarsi le vene. Ma a doversi salvare è in realtà lei stessa, devastata da un trauma infantile e per questo in rifiuto totale della famiglia e del mondo esterno. Emma vive correndo ma senza arrivare mai da nessuna parte, sul suo tapis roulant vive, pensa e lavora, affidando il suo allenamento continuo, la sua dieta e persino i suoi sogni ad un computer. Il suo è un vero e proprio rifugio tecnologico, che sente più sicuro del mondo reale, e bastano i suoi strumenti a connetterla, per quel poco che basta, per quel tanto che è strettamente necessario, con il mondo.

Perché il mondo lei lo guarda soltanto dalla grande vetrata del suo appartamento che dà su un parco dove la vita, nel bene e nel male, va avanti. La sua no, la sua è ferma a una notte di tanti anni fa e a parte qualche incontro sessuale a domicilio con il fidato e rassicurante Max (Corrado Fortuna) – ma soltanto per scatenare endorfine – e quello medico annuale con il suo ginecologo che ama la musica, non vede mai anima viva. Di persona, almeno. Tapirulàn è una metafora di un modo di vivere che molti di noi fanno proprio senza neanche rendersene conto. Ed è il racconto di chi consuma il suo tempo intrappolato in una realtà da cui non vuole o non può fuggire. E che può solo correre, correre e correre, ritrovandosi però sempre allo stesso posto.

A parte qualche ridondanza di troppo in alcuni dialoghi, frasi già sentite tipiche di determinati contesti, e una suspence insufficiente che non riesce a farci chiedere fino alla fine quale trauma abbia mai potuto far reagire Emma così a lungo in quel modo, Tapirulàn è di certo un’opera unica nel suo genere, nuova nella concezione della storia e nella messa in scena dei personaggi. Può anche venire in mente una sorta di In-treatment, e in un certo senso anche qui la vita della terapeuta viene raccontata attraverso le sedute con i suoi pazienti, ma gli elementi di novità e di assoluta e stretta attualità lo rendono un film totalmente nuovo, nella forma e nella sostanza. Plauso al coraggio di Claudia Gerini, per la prima volta dietro alla macchina da presa e anche davanti, con un doppio compito assolutamente complesso e non facile, sia come regista che come protagonista.

Ieri sera era raggiante alla premiere romana del suo film, come vedete nella nostra videointervista (qui il video del photocall). Abbiamo inoltre videointervistato anche i coprotagonisti presenti come Claudia Vismara, Maurizio Lombardi, Daniela Virgilio, Stefano Pesce, Lia Greco, Fabio Morici, e alcuni ospiti della serata come Federico Zampaglione, con il quale abbiamo anche parlato del suo ruolo di tutor in The Band su Rai1, e Clayton Norcross, l’amatissimo Thorne di Beautiful voluto da Paolo Bonolis nell’edizione in corso su Canale 5 di Avanti un altro, che ci anticipa i suoi programmi futuri: