Solo Cose Belle fa il pieno al cinema e incetta di premi

di Patrizia Simonetti

Lo avevamo detto che era un bel film e anche il pubblico lo ha capito. Solo Cose Belle di Kristian Gianfreda, con il suo messaggio gentile di inclusione e contro ogni pregiudizio, fa il pieno in sala nelle principali città italiane, tra cui Roma, Milano, Bologna e Firenze, registra ottimi incassi e soprattutto raccoglie il plauso della critica italiana, e non solo: ha vinto anche al Calcutta International Cult Film Festival del 2019, ottenuto una Special Mention all’Indie Fest di maggio 2019 ed è stato selezionato per la prossima edizione del Brooklyn Film Festival di New York che si svolgerà tra il 31 maggio e il 9 giugno 2019 e di quella del BCT, il Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento nella sezione Greatest Indipendent Film, in programma tra il 9 e il 14 luglio 2019. “È un grande successo per un film indipendente che nei primi 12 giorni di programmazione in 40 sale, ha ottenuto un grande coinvolgimento da parte del pubblico – commenta il regista – il film è un antidoto a questo momento storico così saturo di tensioni e contrapposizioni.ì, ed è stato proprio questo ad attrarre gli spettatori: Solo cose belle denuncia il male additando il bene, fa leva sul bello per far rinunciare al brutto, porta lo spettatore in una direzione inaspettata, in un mondo ai margini, in cui tutti sembrano sbagliati o difettosi, ma in realtà sono solo davvero umani”. Prodotto e distribuito da Coffee Time Film e da Sunset Produzioni, il film vede nel cast Giorgio Borghetti, gli emergenti Idamaria Recati e Luigi Navarra (qui le nostre videonterviste), Carlo Maria Rossi, Barbara Abbondanza, Erica Zambelli, Caterina Gramaglia, Patrizia Bollini, Aaron T. Maccarthy, Federica Pocaterra, Riccardo Trentadue, Marco Brambini e Francesco Fabbri, giovanissimo attore alla sua prima esperienza, e nel ruolo di loro stessi Marco Berta e Ciccio (Francesco Yang), due ragazzi disabili che vivono in una delle strutture della Comunità Papa Giovanni XXIII, la realtà fondata da Don Oreste Benzi che ha ispirato la pellicola grazie alle sue strutture di accoglienza presenti in tutto il mondo.