A tredici anni chi non si è mai trasformato in un panda rosso? Ovvero, chi non ha mai dato sfogo a tutta la sua rabbia, a tutta la sua commozione, a tutte le sue emozioni senza avere alcun controllo su di loro? Il panda rosso in cui si trasforma Mei in Red quando prova un’emozione troppo forte, sia negativa che positiva, è proprio questo: il lato selvaggio, ma per questo libero, di ognuno di noi. Che probabilmente è bene tenere a bada, ma mai reprimere del tutto perché le emozioni, anche quelle che in alcuni momenti ci sembra di non poter sopportare, sono tutto ciò che di speciale c’è in noi, sono la nostra peculiarità, il nostro rapportarsi al mondo e agli altri, sono il senso della vita.
Un lungometraggio animato può parlare di questo? Certo che sì. Del resto la Disney e la Pixar ci hanno abituato da tempo ai grandi temi universali nascosti, ma poi neanche troppo, nei tratti dei personaggi e nelle storie dei loro film che sono sì per bambini, ma forse sono più gli adulti ad averne bisogno. Ecco allora la storia di Mei, ragazzina in piena adolescenza, metà cinese, metà canadese, nella Toronto degli anni Novanta-Duemila. Mei è fortunata perché ha delle amiche sincere e fedeli con le quali può condividere tutto e che la perdoneranno anche quando lei sembrerà tradirle e abbandonarle. Mei, come quasi tutte le ragazzine della sua età di ogni epoca, è una contraddizione vivente: vive e cresce tirata da una parte dal desiderio di compiacere sua madre, che è molto, molto apprensiva al limite della sopportazione, dall’altro ad assaporare la libertà, che vuol dire divertirsi, fare nuove esperienze, andare al concerto della boy band preferita. Già, ricordate le boy band di quegli anni? Quella per cui Mei e le sue amiche impazziscono si chiama 4Town ed è in assoluto la prima boy band di Pixar.
A dirigere Red, da venerdì 11 marzo in esclusiva su Disney+, è la regista premio Oscar Domee Shi: “volevo esplorare in modo approfondito i conflitti di una giovane ragazza adolescente – racconta – il modo in cui è combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata e accettare la propria natura caotica. E utilizziamo il panda rosso come adorabile metafora di un fenomeno che è tutto tranne che adorabile, ossia la pubertà”. La scelta finale di Mei rispetto al suo panda rosso è di certo coraggiosa: è in effetti l’unica donna della famiglia a non volerci rinunciare, a non tagliare di netto quel legame invisibile ma forte che la tiene unita al suo alter ego magnificamente grosso, peloso e puzzolente, ma fa parte di lei e lei lo comprende alla perfezione. In fondo Mei si rivela più matura di sua madre, di sua nonna e delle sue zie, indubbiamente più audace e più audacemente predisposta alla vita. Red parla dunque ai ragazzi con un messaggio chiaro e forte: nessuno è perfetto, neanche voi, ma siete belli così, anche quando il vostro corpo si trasforma e non riuscite ad andare d’accordo neanche con voi stessi. E parla ai genitori: neanche voi siete perfetti, ma fate del vostro meglio, aiutate I vostri figli a crescere, non a trasformarsi in una copia di voi stessi.
Dei talent italiani vi avviamo parlato ampiamente nel nostro articolo sulla premiere italiana di Red dove trovate tutte le nostre videointerviste sul red carpet e il videoincontro con la regista e con la produttrice Lindsey Collins e, appunto, i talent: Federico Russo, Carlo Maccarini, Shi Yang Shi, Hell Raton, Baltimora, Versailles, Karakaz. Non c’erano però Ambra Angiolini e Sabrina Impacciatore che in Red ricoprono due piccoli camei vocali, ecco dunque come ci parlano del film e delle loro affinità con Mei: