Quasi orfano: videointerviste a Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Antonio Gerardi, Grazia Schiavo

di Patrizia Simonetti

Qual è il pieno significato del vuoto? Tranquilli, nessuno sarebbe in grado di rispondere a questa domanda, effettivamente senza alcun senso. Proprio come il piccolo impero creato da due designer diventati ricchi, o quasi, a suon di divani in metallo da mandare tutti dall’osteopata e sedie a tre zampe da spedire gli altri in ospedale. Si chiamano Valentino e Costanza, marito e moglie, e vivono a Milano. Lui però arriva da Monopoli, cioè Puglia, cioè Sud, e quella terra dove sono rimaste le sue radici, e anche la sua colorata e chiassosa famiglia, l’ha voluta dimenticare. Tanto da cambiarsi il cognome da Tarocco a Rocco. Tanto da dichiararsi Quasi Orfano. Che poi è il titolo del nuovo film di Umberto Carteni di cui vi stiamo parlando, al cinema da giovedì 6 ottobre.

Quasi orfano è una commedia divertente che ha il merito di aver fatto emergere in più di una scena il talento comico di Riccardo Scamarcio, nel ruolo di Valentino, e anche di Vittoria Puccini, in quello di Costanza. La pugliesità e la lingua, soprattutto, del tacco d’Italia aiutano un bel po’, ma a loro va sicuramente il merito di essersi messi in gioco e di essere riusciti a farci ridere di gusto. Dunque, Quasi orfano mette l’uno di fronte all’altro il nord e il sud, in una sorta di scontro che già tanto ha dato al cinema, è vero, ma qui, oltre alle risate, c’è anche dell’altro. Il paradosso, per esempio, di certo figlio dello stereotipo, che vede le donne Tarocco più forti ed emancipate, mentre è proprio Costanza, donna del nord in carriera, ad essere messa in ombra sia dal padre (Bebo Storti) che dal marito, milanese d’adizione.

E c’è un’ironia che corre leggera per tutto il film che ti fa tifare naturalmente per loro, i Tarocco al completo. Per Nicola e Lulù, fratello e cognata di Valentino, fantasticamente interpretati da Antonio Gerardi e Grazia Schiavo, vistosi, chiassosi, ma che sanno farsi valere. E per Mà, cui dà vita una splendida Nunzia Schiano, la madre, la saggezza in persona, quella popolare, quella universale, che in amore saprà dare una mano anche alla nuora del nord. Così come quel personaggio secondario che secondario non è perché interpretato da Paolo Sassanelli… Insomma, nell’ipotetico scontro tra nord e sud, checché ne dicano i protagonisti del film, è il Sud che esce vittorioso.

Ma c’è ancora dell’altro. Nel film, che è in realtà il remake di una commedia francese riadattata alla situazione e alla cultura italiana, si tocca anche il tema dell’identità rifiutata, della non accettazione di sé, quella che porta Valentino a fuggire dalla sua Puglia, dalla sua masseria, a lasciare un padre ferito – un’altra bella sorpresa che ci regala Adriano Pappalardo – per confondersi con quel mondo della Milano da bere e perdersi un po’. E certo è che Valentino, tornando al sud, diventerà un uomo migliore. Ne abbiamo parlato con regista e cast, ecco le nostre videointerviste a Riccardo Scamarcio e Vittoria Puccini, e a Antonio Gerardi, Grazia Schiavo e Umberto Carteni:                                                                                                              (PS. La scena di cui parlo con Antonio Gerardi nel corso dell’intervista, esiste davvero, ed è nella serie Bang Bang Baby):