Per niente al mondo: videointervista a Guido Caprino, Ciro D’Emilio, Irene Casagrande e Boris Isàkovic

di Patrizia Simonetti

L’imprevedibilità della vita, nonostante noi, e la necessità di una scelta definitiva. Cosa può accadere di male a un uomo di successo che si gode l’esistenza circondato da amici e ammirato dalle donne… “Mi hanno tolto l’anima e io me la riprendo” sentenzia Bernardo che si fa un anno di carcere per rapina a mano armata, perdendo tutto: il ristorante che aveva appena deciso di ristrutturare, il padre senza poterlo neanche salutare, gli amici, quelli leali un tempo, poi, ognuno per i suoi motivi, distanti e distratti, proprio ora che ne ha più bisogno. Bernardo è il protagonista di Per niente al mondo, al cinema da giovedì 15 settembre, opera seconda di Ciro D’Emilio che lascia la sua terra, la Campania, cui era rimasto attaccato per il suo primo film Un giorno all’improvviso con Anna Foglietta e Giampiero De Concilio, per salire al nord, in Veneto, ed è magnificamente interpretato da Guido Caprino chiamato quasi a dar vita a due personaggi distinti, tanto è diverso nel suo prima e nel suo dopo l’evento di rottura.

E nel suo dopo, a Bernardo resta solo la figlia Giuditta (Irene Casagrande) che non ha mai smesso di amarlo, fidanzata proprio con il figlio di uno dei suoi amici di un tempo, che ora è sindaco, ma non importa, l’importante è che sia felice. Eppure sarà lei a pagare il prezzo più alto di quel non libero arbitrio e di quell’ultima, definitiva decisione di suo padre che si perderà per sempre. Il non poterci fare niente, l’essere in balia degli eventi, a volte rende disperati e ciechi, perdere il controllo e capire che indietro non si può e non si vuole più tornare, per niente al mondo.

A Bernardo resta infatti anche qualcun altro, ed è il suo nuovo amico conosciuto in cella, l’amico della sua seconda vita che nella prima non avrebbe mai potuto trovare posto: un uomo un po’ strano che si chiama Elia (Boris Isàkovic) e che viene da lontano, che lo aiuta nel momento della disperazione più cupa e claustrofobica del ritrovarsi chiuso una scatola di cemento con le sbarre alle finestre. Si ritroveranno anche fuori Elia e Bernardo, ed Elia gli tenderà ancora la mano. E viceversa. Ma è un rischio, le probabilità sono soltanto due: un’altra chance o la fine di tutto.

Quando si è vittima di un errore, è quasi naturale sentirsi giustificati a sbagliare. Perciò non riusciamo a giudicare nessuno, aiutati in questo da quel giocare con il tempo del regista che nell oscorre di Per niente al mondo intreccia tre differenti piani temporali. E anche dalla musica di Bruno Falanga che segue il protagonista intrecciando elementi di elettronica e strumenti non convenzionali. Però riusciamo benissimo a chiederci cosa avremmo fatto se tutto ciò fosse capitato a noi. Ne abbiamo parlato nelle nostre videointerviste con Guido Caprino e Ciro D’Emilio, e con Irene Casagrande e Boris Isàkovic: