‘O mare mio, Antonino Cannavacciuolo tra pesci, pescatori e WWF

di Patrizia Simonetti

Non solo MasterChef e Cucine da incubo per Antonino Cannavacciuolo. Lo chef partenopeo ha infatti deciso di dedicarsi al mare, o meglio, di andarsene per mare con i pescatori dei borghi marinari d’Italia, a cominciare da Aci Trezza, nel catanese, il paese dove Giovanni Verga ambientò I Malavoglia e Luchino Visconti girò La terra trema. Comincia da qui ‘O mare mio, programma itinerante, e navigante, nato da un’idea dello stesso Cannavacciuolo, prodotto da Endemol Shine Italy per Discovery Italia, al via lunedì 9 gennaio alle 21.10 su NOVE. Un viaggio in quattro puntate nelle tradizioni e nei sapori del mare nostrum fatto con passione, curiosità, allegria, ironia e qualche pacca tipica di Chef Cannavacciuolo che non guasta mai, con l’aggiunta di abbracci e sbuffetti, a farsi raccontare storie di pesca e pescatori, di piatti tradizionali e pesci tipici, a far gareggiare i cuochi più rinomati e insospettabili  del posto proprio sulla pietanza della loro terra e poi a cucinarne lui stesso una rivisitazione assistito dal vincitore. Dalla ligura Lerici alla pugliese Porto Cesareo, e poi in Sicilia a Porticello e, appunto, ad Aci Trezza cui è dedicata la prima puntata di ‘O mare mio.

Ecco dunque Antonino Cannavacciuolo in barca con il comandante Alessandro, i suoi fratelli Rosario e Maurizio, e Giovanni detto il poeta, tutti a pesca di masculini, ovvero le alici come le chiamano là, a farci pure colazione spadellandole al volo con acqua, olio, sale e prezzemolo. E dopo la poesia, e una volta a terra col bottino, è proprio Giovanni a presentare a Chef Cannavacciuolo i tre concorrenti della gara di cucina che non poteva che essere dedicata alla pasta coi masculini: così ecco Rosetta, casalinga nonché attrice che “un sette anni a qua ci siamo riuniti una comitiva e stiamo facendo il teatro dialettale… ma una volta ho fatto un uovo fritto e ho bruciato pure la padella” racconta, e già promette bene. Poi c’è Camilla, “singola per scelta” dice di se stessa, che sfama e veste i nipoti ma “io gli faccio quello che c‘ho nel frigo, non ho problemi… e poi faccio delle sciarpe, dei pulovere, dei beretti pure delle squadre di calcio… “ anche se con i colori delle suddette si confonde un po’. Infine ecco Carmelo, inventore geniale che “l’oggetto che costruisco lo costruisco perché mi serve – racconta – ma fino a poco tempo fa non lo sapevo che inventavo delle cose che magari non esistevano… ma mi piacerebbe inventare un piatto che se uno lo mangia porta la felicità…” e speriamo che lo faccia presto. Chi vincerà?

‘O mare mio ha anche una valenza sociale e ambientale che certo non guasta: nel corso del programma vengono infatti visualizzati alcuni consigli del WWF per una pesca sostenibile che ritroviamo nella guida della Campagna Fish Forward WWF lanciata per sensibilizzare la popolazione a un consumo responsabile di pesce, regole molto semplici e altrettanto importanti come acquistare sempre specie diverse e preferire il prodotto locale proveniente da pesca artigianale a miglio zero; non richiedono grandi sforzi a aiutano il mare, l’ambiente e la natura e quindi anche noi stessi che ci viviamo dentro, cosa che spesso anche i più egoisti dimenticano. La guida, che contiene anche tante ricette, la trovate qui. Buttate un occhio…