Mai andare nel passato e cambiare le cose, ma non lo impareranno mai gli eroi imperfetti di Non ci resta che il crimine La serie. Perché non c’è due senza tre, ma neanche tre senza uno, e così dopo tre film, la saga si fa, appunto, seriale. E visto che la prima avventura, quella del viaggio nella Roma criminale della Banda della Magliana degli anni Ottanta, ha avuto il suo sequel, anche il film sul ritorno all’Italia fascista degli anni Quaranta adesso ce l’ha, anche se diviso in 6 episodi nel corso dei quali si parte per gli anni Settanta, per ritrovarsi tra le contestazioni degli universitari di sinistra, e le origini della strategia della tensione di destra, fino al Golpe Borghese. Quel misterioso colpo di stato organizzato dal fondatore del Fronte Nazionale Junio Valerio Borghese, cominciato la notte del 7 dicembre del 1970 e morto lì, annullato, interrotto, senza, fortunatamente, portare a nulla. Ma anche tra giovani madri e padri combattivi, entrambi coraggiosamente in lotta per i propri ideali e per il loro senso di giustizia.
Non ci resta che il crimine La Serie, che inizia da dove il terzo film si era concluso, si pone quindi una domanda: e se quel golpe fascista fosse invece andato a cattivo fine? Perchè, lo abbiamo già detto, mai andare nel passato e cambiare le cose, anche se in buona fede, anche se a fin di bene, anche se apparenetemente scollegate tra loro. I protagonisti sono sempre loro, ora però sono molto ricchi e un po’ più soli. Almeno tra loro non si vedono da tempo. E se l’occasione poteva essere un matrimonio, beh, non sarà quella.
Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli e Massimiliano Bruno, quest’ultimo sempre anche regista, qui affiancato da Alessio Maria Federici, tornano quindi a vestire i panni di Moreno, Giuseppe, Claudio e Gianfranco, cui si aggiunge la new entry Maurizio Lastrico che conosceremo negli anni Settanta come Duccio, ricco borghese dalla vena artistica, appassioato della passione dei ragazzi del movimento studentesco e dalle loro idee nuove e progressiste. Senza dimenticare Liliana Fiorelli nei panni di Marisa, l’assistente di Gianfranco, che ci regalerà non poche sorprese; Grace Ambrose, l’amata Stefania de Il Paradiso delle Signore, qui nel ruolo di Linda, madre del piccolo Govinda, che poi è Giuseppe.
Tutto in realtà comincia proprio da lui: scopre infatti di essere stato adottato, trova una vecchia foto degli anni Settanta dove potrebbe esserci anche sua madre naturale e decide di raggiungerla per chiederle il perché del suo abbandono, trovandosi paradossalemnte a cullare se stesso. Anche Moreno troverà qualcuno che smonterà il suo cinismo: Matilde, membro un po’ saccente ma affascinante del collettivo comunista, interpretata da Sara Baccarini. Non andrà invece così bene a Claudio, scrittore frustrato, che si imbatterà niente meno che in Alberto Moravia e Ennio Flaiano, dai quali si sentirà deriso, incalanando la sua ulteriore frustrazione in un tunnel molto pericoloso. Per fortuna c’è Gianfranco che sa decisamente il fatto suo…
Nel cast anche Daniela Virgilio, Kabir Tavani, Claudio Corinaldesi. Non ci resta che il crimine La serie, nuovo prodotto Sky Original, sarà dal primo dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, con due nuovi episodi a settimana, il venerdì, in prima serata su Sky Serie, disponibile on demand in 4K HDR e per i clienti Extra anche nella sezione on demand Primissime. Qui la conferenza stampa, di seguito le nostre videointerviste a margine a Marco Giallini, Giampaolo Morelli, Gianmarco Tognazzi, Massimiliano Bruno, Maurizio Lastrico, Liliana Fiorelli: