Mancino naturale: videointerviste a Claudia Gerini, Francesco Colella, Katia Ricciarelli

di Patrizia Simonetti

Isabella è una madre forte, protettiva, e prova anche ad essere una manager per suo figlio Paolo che ha dodici anni e gioca a pallone. Il suo ruolo ormai da tempo è quello, un madre, nulla di più. Non una donna, una bella donna, con le sue esigenze e la sua vita, solo ed esclusivamente una madre. E le sue qualità di donna, al limite, si concede di usarle soltanto a suo vantaggio, a vantaggio di Paolo. Paolo è bravo e, soprattutto, ha una qualità rara: è un mancino naturale. Gioca cioè con il piede sinistro, con quello passa e con quello fa goal. Isabella lo vive come un segno del destino, un pregio unico che tutti devono apprezzare e che lo salverà da una vita tropp modesta. Per questo fa in modo che suo figlio sia visto ed esaminato da gente che conta, qualcuno che possa assicurargli l’occasione di farsi notare e di una carriera che lo renda ricco, indipendente, orgoglioso di sé. Anche se questo vuol dire lavorare sodo, andare a tutte le partire, litigare con i genitori degli altri giovani calciatori, e affidarsi a un procuratore cialtrone che non farà che chiederle soldi. Soldi che Isabella non ha. E che fatica farseli prestare da Maria e Gerardo, i nonni di Paolo che vivono a Vicenza, i genitori di quell’uomo che lei ha amato tanto ma al quale ha tarpato le ali. Con un figlio in arrivo devi dire addio al tuo sogno che sa di musica… E adesso che quell’uomo non c’è più, Isabella combatte ogni giorno della sua vita quel senso di colpa che non può permettersi di riconoscere perché troppo indaffarata a dare un futuro a suo figlio. Non riconosce neanche, quando le piove dal cielo come pura manna, la giusta spalla su cui poggiarsi, quella di Fabrizio, il suo nuovo vicino di casa, un uomo colto, buono, mite, cui hanno fatto un torto: gli hanno rubato un’idea, che è peggio di un goal fantasma, gli dirà un giorno Paolo. E Paolo ceca di assecondarla la madre, forse più sensibile degli altri ragazzi che intanto vivono la loro adolescenza tra ricerche scolastiche di gruppo, amicizie, feste e primi innamoramenti. Lui invece si perde tutto. Ha gli allenamenti…

Mancino naturale è il terzo film di Salvatore Allocca e arriva in sala giovedì 31 marzo. Un film delicato, un po’ dramma un po’ commedia, che racconta un’umanità comune, reale, con tutte le sue fragilità, ossessioni, difetti e virtù. Un’umanità in cui non è difficile incontrare una madre come Isabella che si lascia abbindolare dal mondo del calcio che spesso promette e non mantiene, spingendo i genitori verso illusioni pericolose che rischiano di monopolizzare la vita di tanti ragazzini, poi gettati via come merce in avanzo. Non mancano tuttavia in Mancino naturale situazioni divertenti: il modo di fare di Isabella, romanesca verace, senza filtri, che si scontra con l’educazione e la trasparenza di Fabrizio, genera spesso gag esilaranti.

Ad interpretare Isabella è una Claudia Gerini perfettamente a suo agio in un ruolo che riesce a rendere vivo e vero. In quello di Fabrizio un Francesco Colella che non finirà mai di stupirci per la sua capacità di trasformarsi nell’uomo più cinico e inquietante del mondo, come l’oscuro veterinario di Christian, ad esempio, e nello stesso magnifico modo in quello dell’uomo più tenero che una donna in difficoltà possa mai incontrare. Paolo invece è interpretato da Alessio Perinelli, calciatore per davvero. E che dire di un Massimo Ranieri trasformato in un laido approfittatore con pochi scrupoli… mentre a Katia Ricciarelli  va il compito di dar vita a una nonna affettuosa e scaltra, a fianco di Alessandro Bressanello che interpreta suo marito Gerardo. Ne abbiamo parlato con alcuni di loro. Ecco le nostre videointerviste a Claudia Gerini, Francesco Colella e Katia Ricciarelli (in quest’ultimo caso ci scusiamo sin d’ora per la qualità non ottimale del video purtroppo non dipesa da noi, ma le risposte della signora Ricciarelli ci sono sembrate troppo interessanti per non pubblicarlo):