Luna Park: misteri, amori e intrighi nella Roma degli anni Sessanta

di Patrizia Simonetti

Nella Roma degli anni Sessanta si fa ancora fatica a vedere insieme due ragazzi che vengono da famiglie di diversa estrazione sociale e di opposti ideali politici, così come è per Rosa, ragazza della Roma bene, e Matteo, padre e madre intellettuali comunisti. Ma la vera protagonista è Nora, una giovane giostraia e cartomante che, senza saperlo, custodisce un mistero sulla sua vita… Tutto ciò e molto di più lo racconta Luna Park, nuova serie italiana in 6 episodi, creata e scritta da Isabella Aguilar (Baby, The Place) e diretta da Leonardo D’Agostini (Nastro d’Argento al miglior regista esordiente nel 2019 per Il Campione) e Anna Negri (Baby), da giovedì 30 settembre su Netflix.

A tirare i fili del racconto c’è dunque Nora, interpretata da Simona Tabasco, che vive nel Luna Park capitolino fondato dai suoi genitori, o almeno da coloro che lei crede suo padre (Tommaso Ragno) e sua madre (Ludovica Martino) della quale ricorda soprattutto gli occhi, sempre un po’ tristi. E se già pensate ad una eccessiva differenza anagrafica tra i due, è perchè lei la vediamo soltanto da giovane. La madre di Nora infatti non c’è più, di lei restano soltanto dei filmini in bianco e nero, ma presto Nora si renderà conto che la sua vita è stata deviata a solo un anno dalla nascita e che in realtà la sua vera famiglia è quella di Rosa, interpretata da Lia Grieco, di cui è sorella gemella. Attorno alla storia portante, ne ruotano molte altre, tra misteri, intrighi, amori e sorprese.

Il cast è tra i più accreditati che si potrebbe avere. Nel campo degli adulti, oltre al già citato Tommaso Ragno, troviamo Paolo Calabresi e Fabrizia Sacchi, ovvero i genitori di Rosa e di suo fratello: Tullio è un imprenditore dell’edilizia potente e spocchioso, che deve la sua fortuna al saper contraccambiare favori, è ricco e se gli altri non lo sono a lui non interessa proprio. Sua moglie Lucia invece è dolce e un po’ fuori dal mondo, il suo unico chiodo fisso è ritrovare sua figlia scomparsa quand’era ancora poco più che in fasce. Dalla parte opposta, nei ruoli di Lando e Doriana, ci sono Michele Bevilacqua e Lorenza Indovina, lui sul tranquillo, lei che dice sempre pane al pane… Sono i genitori di Matteo, come detto innamorato di Rosa, e interpretato da Edoardo Coen, e di e Simone, che si invaghirà di Nora, cui dà vita Alessio Lapice. Altri personaggi adulti che avranno ruoli importanti nella storia sono la nonna di Nora, Miranda (Milvia Marigliano), lo zio di Nora, Ettore, interpretato da Mario Sgueglia, Sandro Ralli, attore della commedia romantica amatissimo dal pubblico ma stroncato dalla critica, e la sua agente interpretata da Lidia Vitale. Sarà poi proprio quet’ultima ad avviare alla carriera televisiva il viziatissimo Giggi (sì, proprio con due G), il fratello di Rosa, cui dà vita un divertentissimo Guglielmo Poggi. Nel cast anche Giulio Corso, Matteo Olivetti, Alessandra Carrillo, Gianfranco Gallo.  

Volevo raccontare gli anni della Dolce Vita, che sono diventati sacri e quasi intoccabili per il nostro cinema, in una chiave ironica e divertente – dice Isabella Aguilarquesta serie si chiama Luna Park non solo perché ha al centro un luogo meraviglioso e mai raccontato finora della Roma di quegli anni, ma anche perché è pensata come una vera giornata alle giostre: il ritmo è alto, le emozioni forti e si torna tutti un po’ bambini. Ho inventato una protagonista femminile, Nora, che vive un romanzo di formazione che va di pari passo con quello di ogni personaggio della serie e, soprattutto, della città stessa. Sull’ingenuità colorata e sognante di quel tempo di ritrovato benessere, vedrete infatti allungarsi poco a poco le ombre di segreti e misteri legati agli anni della guerra. Luna Park ha il sapore vintage dell’immaginario degli anni ‘60 ma l’ho scritta pensando all’oggi, costruendo un gioco di rimandi e conflitti generazionali in cui possiamo riconoscerci tutti“.

Purtroppo il Luna Park in realtà resta nel titolo della serie e poco più: anche se si vedono le giostre e qualche interno di roulotte, come quella di Nora, lo spirito un po’ circense del parco giochi non viene bene alla luce, e per chi come me lo ricorda piacevolmente come uno dei luoghi preferiti della sua infanzia, e non solo, è un vero peccato. E anche la dolce vita che nelle intenzioni degli autori avrebbe dovuto essere lo sfondo principale, è invece rappresentata esclusivamente da un attore che un realtà ricorda più Clark Gable che Marcello Mastroianni, e che è pure antipatico e un tantino sociopatico. Detto ciò, anche se parte piano e inizialmente non fa l’effetto “sta per succedere qualcosa”, poi scorre piacevole e leggera. Anche e soprattutto grazie a un cast a quale ci siamo sbiuto affezionati.