Quattro film per la TV dedicati ad altrettanti personaggi eroici di questo nostro paese, personaggi che, ognuno a suo modo, tra gli anni settanta e novanta hanno detto no alla mafia pagando con la vita il loro coraggio, la loro determinazione e la loro onestà. Sognatori? Può darsi, ma certo liberi. Liberi sognatori Le idee non si spezzano mai dunque il titolo del ciclo prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi che ne è anche coautore, un progetto presentato più di un anno e mezzo fa a Roma, occasione di incontro per noi con Giorgio Tirabassi, protagonista del primo dei quattro film in onda stasera, domenica 14 gennaio, in prima serata su Canale 5, intitolato A testa alta Libero Grassi, dedicato all’imprenditore siciliano che si rifiutò di pagare il pizzo, con Michela Cescon e Diane Fleri e la regia di Graziano Diana. Seguiranno altri tre Liberi sognatori: il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese, interpretato da Marco Bocci, l’agente di scorta di Paolo Borsellino Emanuela Loi che avrà il volto di Greta Scarano, in questi giorni su Rai 3 ne La linea verticale, e l’assessore comunale di Nardò Renata Fonte cui ridarà vita Cristiana Capotondi.
“Sono il simbolo di un’Italia che resiste e che non si arrende alla sopraffazione e alla corruzione – dice di loro Pietro Valsecchi – persone caratterizzate da grande umanità e senso del dovere, a cui si intende restituire voce e dignità, dopo anni di ingiusto isolamento istituzionale e oblio mediatico. Il progetto Liberi sognatori – spiega ancora il produttore – si inserisce nel lungo curriculum di impegno civile di Taodue, da sempre orientata alla divulgazione di storie esemplari, legate alla lotta contro le mafie. In oltre vent’anni di attività abbiamo raccontato figure eroiche della nostra storia recente, come Giorgio Ambrosoli, Paolo Borsellino (nel 2004 sempre con Giorgio Tirabassi ndr), i caduti di Nassiriya, insieme a tanti capitoli scomodi e controversi della cronaca italiana, dalla cattura di Riina e Provenzano al caso della Uno Bianca alle nuove BR. La linea editoriale della serie, da me sviluppata insieme a Umberto Ambrosoli, si basa infatti sull’idea che la fiction televisiva possa e debba insegnare contenuti etici profondi, raccontando la realtà attraverso un linguaggio emotivamente coinvolgente in grado di parlare nel profondo alla coscienza degli spettatori”.
Libero Grassi, cofondatore del Partito Radicale, è catanese di nascita ma decide di fare impresa nel centro di Palermo producendo vestaglie e pigiami con la Sigma, un’azienda in regola in tutto e per tutto. Al suo fianco Pina Maisano, una donna onesta e tenace come lui con la quale ha due figli. Nel 79 il trasferimento della Sigma nel quartiere San Lorenzo sotto il controllo del boss Francesco Madonia cui Libero Grassi rifiuta di versare il pizzo: in un’irruzione in fabbrica vengono rubati tutti gli stipendi degli operai, ma questi assieme a Grassi denunciano e i rapinatori, uomini del clan Madonia, che finiscono in galera. Ma Grassi non si ferma: scrive al Giornale di Sicilia, accetta l’invito di Michele Santoro per raccontare tutto in TV a Samarcanda, e forse comincia a essere troppo per la società civile siciliana. Isolato, Libero Grassi viene ammazzato con cinque colpi d’arma da fuoco il 29 agosto 1991. Anche al funerale c’è poca gente. Anni dopo in suo ricordo nascerà l’associazione Addiopizzo grazie ad altri Liberi sognatori… “Io ho capito l’importanza di fiction come queste proprio con Borsellino – ci ha detto Giorgio Tirabassi – la storia di Libero Grassi è qualcosa che arricchisce ancora di più l’attore – ci ha detto Giorgio Tirbassi – avvicinarsi a dei personaggi così fanno crescere artisticamente oltre che umanamente”. Ecco dunque la nostra videointervista a Giorgio Tirabassi: