Due fatine un po’ sui generis con i piedi a bagno in due catini pieni d’acqua cantano il girotondo in una terrazza sotto il sole d’agosto e si chiedono “ma chi ha portato il bambino”? Leone, questo il suo nome scelto da una mamma bella, giovane e prostituta, che si infila una parrucca lilla e corre a darsi via per guadagnarsi la giornata e tornare poi a riprendersi in braccio il suo bambino. Una volta lo lascia nell’erba, un’altra volta lo lascerà per sempre, prima però lo lascia tra le braccia di Maria Celeste, tale e quale a Ida Di Benedetto, colorata come un clown triste nel suo abito stampato a macchie di giraffa, addormentata sulla panchina di pietra della stazione. Sola. Vive in una casa di cura che lei chiama albergo e ogni fine settimana dice a tutti che va da suo figlio e che gli prepara il sugo di pesce che a lui piace tanto. Un figlio, dice, devi andare sempre tu a prenderlo a scuola, lei non ci ha mai mandato nessun altro, e se si ammalava di varicella, restava a casa con lui a prendersela, ed era pure felice. Mica come Giulietta, 23 anni e una testa tra la parrucca e le nuvole, che si innamora molto, racconta, e quel che pensa dice e glielo dice a Maria Celeste che “mi sa che te sei sola”. Una solitudine che Maria Celeste vince con le bugie, quelle che dice agli altri e a se stessa anche, come che il colore dei suoi capelli è naturale, per esempio. E con le regole: le donne, per dire, si devono mettere il profumo da donna, le mogli si cambiano ma le madri no, e dalle tette rifatte non si torna più indietro, come griderà poi alla moglie di quel figlio che in realtà non vede da anni e che se n’è andato perché non ne poteva più di lei. Lei glielo vuole dare quel bambino piovutole dal cielo, ma lui non lo vuole perché con Clara, sua moglie, devono partire per l’Egitto e poi lei lo amerebbe più di lui. E poi in fondo Maria Celeste se lo vuole tenere… Leone nel basilico è il nuovo film surreale, onirico e fiabesco di Leone Pompucci nelle sale da giovedì 10 dicembre grazie a Microcinema, con Ida Di Benedetto, Carla Signoris (guarda la nostra videointervista a Carla Signoris), Catrinel Marlon, Domenico Fornari, Mariano Rigillo, Domenico Diele, “un racconto epico e appassionante che ci dice che nella vita non è mai troppo tardi per amare” lo definisce il regista, “una metafora esistenziale” dice invece la protagonista Ida Di Benedetto nella nostra videointervista
397