Leonardo, con Aidan Turner e Matilda De Angelis, incontro con il cast

di Patrizia Simonetti

Leonardo è in prigione. Una prigione di pietra, buia, con le sbarre alle finestre dalle quali riesce comunque a guardare il cielo e a ricordare. Ricorda una giovane donna di nome Caterina come sua madre, una ragazza povera e logora che faceva la modella per gli allievi pittori della bottega del Verrocchio, un enigma proprio come il cielo che è fatto d’aria che non ha colore, eppure il cielo è blu, che ha amato profondamente e platonicamente per tutta la vita, e che avrebbe avvelenato, almeno secondo l’ispettore Stefano Giraldi che lo sta interrogando, probabilmente per gelosia. Incipit insolito per una serie TV su Leonardo Da Vinci che ne celebra sì il genio, la grazia nel dipingere, l’ingegno nel creare e il fuoco della conoscenza, ma poi inventa e crea a sua volta. Di “materiale storico” sulla sua vita non pare ce ne sia molto e poi “noi facciamo serie televisive non documentari” taglia corto in conferenza stampa Luca Bernabei della Lux Vide che produce Leonardo con Rai Fiction. E poi “noi attori raccontiamo favole – dice pure Giancarlo Giannini, splendido Verrocchio, maestro di Leonardo – il nostro è un lavoro di fantasia, noi lavoriamo nella finzione. Poche cose sappiamo di Leonardo, il resto ce lo inventiamo, lo spettacolo è questo, una bella favola che noi attori raccontiamo ai grandi. Verrocchio è un personaggio straordinario, ma Leonardo da Vinci è Leonardo da Vinci, un genio, il più grande mai esistito, e devo dire anche grazie a Verrocchio, personaggio piccolino il mio, ma era uno che sapeva dipingere, aveva una bottega straordinaria dove sono nati tantissimi grandi artisti e anche lui che in questo racconto di fantasia o verità è un po’ scugnizzo con me, e io lo tratto anche male, ma poi riconosce che a un certo punto l’allievo ha superato il maestro. Verrocchio che era un grande pittore e scultore, è stato colui che gli ha insegnato una cosa fondamentale: la luce, la differenza tra la luce vera, naturale, soffusa, e la trasparenza della luce e la sua magia. E anche la storia con Caterina è un po’ come Dante che parla di Beatrice: noi di Dante non sappiamo nulla, non ha mai firmato nulla, ma ha lasciato la Divina Commedia…

Vorrei poter dire che c’è molto di me in questo personaggio – confessa Aidan Turner che interpreta Leonardoma per un attore qualunque tipo di interpretazione equivale ad uno scambio con il personaggio, ma in questo caso deve attingere anche a una forma di verità. Mi sono preparato ad essere Leonardo Da Vinci leggendo e confrontandomi spesso con gli autori, inoltre c’è stata una mostra retrospettiva al Louvre due settimane prima che iniziassero le riprese, e io ho avuto la straordinaria opportunità di visitarla e vedere i suoi dipinti praticamente da solo, creando un dialogo molto intimo con queste opere e avendo la possibilità di vederne ogni dettaglio, è stata un’esperienza epifanica per me. Ho anche letto biografie e cercato informazioni su internet per prepararmi al meglio, e poi naturalmente sono arrivato sul set e mi sono lasciato andare. L’interazione con gli altri attori è stata di grande aiuto, ma non è un processo che si conclude dall’oggi al dimani, è durato settimane e naturalmente si sviluppa così un rapporto con il personaggio. Con Matilda poi siamo riusciti a creare una connessione l’uno con l’altra”.

Matilda è Matilda De Angelis, è lei a dar vita alla misteriosa Caterina da Cremona: “non sapevo dell’esistenza dei bozzetti e dei quadri andati persi – mi risponde quando le chiedo che cosa sapeva del suo personaggio – e so che Caterina è anche il nome della madre di Leonardo, quindi penso che sia anche un po’ una dedica  a una figura femminile emblematica e difficilissima della vita di Leonardo Da Vinci. Per cui è stato anche molto divertente inventarsela Caterina, avendo così pochi punti di riferimento, ma una sceneggiatura solidissima e un personaggio scritto meravigliosamente, io ho dovuto aggiungere solo un po’ di mio”.

Quello che in realtà si sa in effetti è che Leonardo ebbe un’importante amicizia platonica con una donna di Cremona, spiega uno dei creatori, Steve Thompson, donna che poi “è svanita nel nulla”, ma esisteva un suo ritratto che è andato distrutto e una nota scritta da Leonardo a un servitore che parla di un suo viaggio, ovvero “piccoli frammenti che hanno alimentato la storia”. Aggiunge l’altro ideatore, Fred Spotnick: “abbiamo incontrato storici e una serie di esperti, ci siamo  confrontati con molte fonti, ci siamo concentrati sulle opere d’arte, più o meno famose, abbiamo voluto aiutare il pubblico a comprendere la genialità di Leonardo, e della donna abbiamo cercato di cogliere la sua essenza umana, con lei Leonardo impara ad abbracciare la vita”.

Se la serie la vedete in italiano, visto che è stata girata tutta in inglese per ovvi motivi di internazionalità del cast, sappiate che non sono le vostre orecchie a ingannarvi, ma che la voce di Matilda De Angelis alias Caterina non è la sua, ma quella di Myriam Catania e naturalmente le ho chiesto il perché: “sfortunatamente ero a Venezia a girare un film quando Leonardo è stata doppiata in italiano – mi ha risposto – e per il periodo che stiamo vivendo era un po’ complicato fare avanti e indietro, è una serie lunga e complicata che richiedeva molto tempo in sala di doppiaggio e sinceramente ho fatto un lavoro talmente tanto duro con l’inglese che mi sono veramente spaccata la schiena, e felice di averlo fatto  non volevo rovinare tutto con un doppiaggio i italiano fatto in fretta e furia, volevo dargli la stessa attenzione che avevo dedicato alla versione originale, quindi sfortunatamente questa volta è andata così”.

Dunque Caterina scompare e si spinge a far credere che sia stata uccisa da Leonardo, ed è ciò che deve capire Stefano Giraldi, personaggio di pura fantasia interpretato da Freddie Highmore – che è anche coproduttore della serie – che finalmente vediamo in un ruolo diverso da quello di The good Doctor:  “per scoprire se Giraldi sia un nemico o un amico di Leonardo, bisognerà vedere tutta la serie – ci rivela – ma ciò che mi piace di più di questo personaggio, è che questo investigatore che cerca di scoprire se Leonardo si è macchiato o meno della colpa di un omicidio è il fatto che è una persona  che vuole conoscere la verità, non è sicuramente il tipico investigatore roboante che tende a prevaricare per estorcere una confessione, ma ha a cuore la verità. Proprio come farà il pubblico guardando la serie per capire chi è l’essere umano dietro all’artista Leonardo Da Vinci che tutti noi ammiriamo, ed è un gioco mentale che i due personaggi fanno l’uno con l’altro”.  

La cosa davvero strana che offre ulteriore conferma dell’originalità e della creatività che pervadono la serie, è che, contrariamente a quanto di solito accade, è dalla serie che è stato tratto un libro e che tale libro è immaginato scritto proprio da Stefano Giraldi. Che non esiste.

Nel cast ritroviamo anche Alessandro Sperduti che fa un personaggio stavolta realmente esistito, Tommaso Masini, e al quale ho chiesto com’è stato ritrovarsi in quegli anni e in quelle fogge nelle quali era già stato immerso ne I Medici: “Sì, in effetti devo dire che conoscevo già un po’ i personaggi da lontano, e questa è stata una bella possibilità di avvicinarmi alla loro parte emotiva – mi risponde – Di Tommaso Masini non si sa tanto effettivamente, ma c’era una curiosità non confermata, e cioè il fatto che lui si inventava di essere figlio di nobili che in effetti non era vero, e questa cosa in un certo senso, anche se non raccontata direttamente ma inserita nella serie come caratteristica del personaggio, mi è stata molto utile a interpretarlo. Lui è molto ambizioso e consapevole del suo talento, e usa un po’ tutti i mezzi per arrivare ai suoi obiettivi , poi ovviamente si rende conto che davanti a sé ha un genio e deve accettare la situazione. Seguirà il suo amico per tanti anni finché poi non realizzerà che per Leonardo è più importante l’arte dell’amicizia e quindi del calore umano e prenderà le distanze. È interessante anche questo poter costruire il personaggio. Ed è stata un’emozione grandissima raccontare il mondo di Leonardo è davvero un privilegio. Siamo riusciti a tornare a girare in un periodo molto difficile e averne la possibilità mi ha fatto sentire davvero fortunato”.

Senza dimenticare il resto del cast in cui, tra gli altri, troviamo anche Carlos Cuevas, James D’Arcy, Robin Renucci, Flavio Parenti, Miriam Dalmazio, Antonio De Matteo, Max Bennett, Gabriel Farnese, Freddy Drabble, Mattia Napoli, Gabriel Lo Giudice,  Claudio Castrogiovanni, Sergio Albelli, Luca Guastini, Maria Vera Ratti (La Gioconda), e da Che Dio ci aiuti Pierpaolo Spollon, Gianmarco Saurino, Erasmo Genzini, Francesca Chillemi. E c’è anche  Giovanni Scifoni che fa Luca Pacioli: “un grande matematico del Rinascimento – sottolinea quando gli chiedo di parlarne – e la cosa che mi piace è che non raccontiamo solo la storia di Leonardo, ma del Rinascimento, e io come Pacioli sono portatore della visione rinascimentale  dell’umanità come matematico e scienziato, quella in cui l’uomo è homo faber fortunae suae, cioè artefice della sua fortuna, della sua sorte, e questa frase sembra in tale antitesi con il momento che stiamo vivendo in cui l’uomo sembra incapace di sconfiggere anche un animaletto microscopico che è questo Covid. E raccontare invece il periodo in cui l’uomo pensava di farcela, è un messaggio di speranza potentissimo, sarebbe bello che ci dicesse che l’uomo è invece ancora capace di essere l’artefice del suo futuro”.

Leonardo, una co-produzione Lux Vide e Sony Pictures Television in collaborazione con Rai Fiction, Big Light Productions, in associazione con France Télévisions, RTVE e Alfresco Pictures distribuita da Sony Pictures Television, e diretta da Dan Percival e Alexis Sweet, è su Rai 1 da martedì 23 marzo per quattro prime serate.