C’è un modo per riconoscere una strega: fatele togliere le scarpe. E ce n’è anche un altro: cercate di sfilarle i guanti. O anche tirar loro i capelli o farle ridere. Non vi riveleremo il perché, lo farà invece Le Streghe, il fantasy diretto dal premio Oscar Robert Zemeckis (Forrest Gump, Ritorno al futuro) che lo ha anche prodotto e cosceneggiato con l’altro premio Oscar Guillermo del Toro (La forma dell’acqua The Shape of Water), presentato in anteprima ad Alice nella Città (unica occasione per chi c’era di vederlo su grande schermo) e già pronto per l’acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity, in tempissimo per Halloween. Tremate dunque perché Le Streghe son tornate – anche se adeguate ai tempi e quindi on demand – e vogliono eliminare tutti i bambini dalla faccia della terra….
Tratto dal romanzo di Roald Dahl (Salani Editore) del 1983 e già portato sul grande schermo nel 1990 da Nicolas Roeg con Chi ha paura delle streghe?, Le Streghe versione Zemeckis vede nel ruolo della Suprema strega cattiva la bellissima Anne Hathaway (Les Misérables, Il Diavolo veste Prada, Ocean’s 8, Alice in Wonderland), che torna al fantasy dopo Alice in Wonderland e il sequel Alice Through the Looking Glassaver (Alice attraverso lo specchio , qui bella pure con la bocca tagliata e i dentoni aguzzi e la testa piena di pustole – decade quindi definitivamente il detto “brutta come una strega” – bravissima nel suo oltrepassare di molto le righe e nel suo mettersi a disposizione del personaggio che ce la mette tutta a renderla orrenda, il che sembra quasi divertirla: “Roald Dahl scrive personaggi raccapriccianti meglio di chiunque altro e affonda nel male delle cose che vediamo nel mondo, quindi è familiare, divertente, ma anche spaventoso – racconta Anne Hathaway – e Robert Zemeckis ha capito che la sensibilità dell’umorismo da cartone animato nel live-action mostra una vera profondità emotiva“.
A differenza però del libro e del film di Roeg del 90, qui non siamo in Inghilterra negli anni Ottanta ma nell’Alabama di fine anni Sessanta, con qualche brevissimo e leggero accenno alle questioni razziali del posto e dell’epoca, e il piccolo protagonista non è di conseguenza un bambino britannico di origini norvegesi ma un ragazzino nero, rimasto comunque pure lui improvvisamente orfano essendo l’unico sopravvissuto di un incidente stradale, che va a vivere con la nonna. Scoprirà presto l’esistenza di streghe mescolate alla gente comune ma molto pericolose, streghe con le quali anche la nonna da bambina ha avuto a che fare, uscendone miracolosamente illesa, e per questo per proteggerlo si trasferisce con il nipotino in un lussuoso hotel sul mare di proprietà di un parente. Peccato che proprio lì si siano date appuntamento tantissime streghe in incognito per una convention indetta dalla Suprema, apparentemente e paradossalmente per la protezione dell’infanzia maltrattata, in realtà per condividere con la congrega il suo malefico piano: trasformare tutti i bambini del mondo in topolini. Indovinate chi sventerà il suo nefasto progetto?
Le Streghe è un film divertente anche grazie agli effetti speciali, un ritmo veloce, dialoghi intelligenti – anche quelli tra i bambini – e i consueti valori che dilagano nei film d’animazione, come coraggio, solidarietà, accettazione di sè (anche se ci resta un po’ difficile immaginare un bambino felice di restare per sempre nei pelosi panni di un roditore, ma prendiamola come una metafora), un film che gioca con le nostre paure universali; forse non si può gridare al capolavoro, ma piacerà ai bambini e potrà risultare gradevole anche agli adulti.
“I libri di Roald Dahl sono come tutti i grandi libri per bambini: non sono veramente libri per bambini. Hanno come protagonisti dei bambini, quindi ai piccoli piacciono, così come ai lettori di tutte le età, e questo film è adatto a tutti – spiega Robert Zemeckis – Penso che la vera storia riguardi l’accettazione, l’individualità e lo star bene con sé stessi. Le Streghe in realtà è un viaggio per trovare la vera essenza di sé e di conseguenza essere accettati; a mio avviso è proprio questo il concetto intramontabile accolto da così tante generazioni di lettori, e l’idea di rimanere orfani o di perdere i propri genitori è una paura universale, non solo da bambini, ma l’abbiamo tutti; avere quell’empatia con il protagonista ti trascina nella storia fin dall’inizio. Penso che Le Streghe sia una delle opere migliori di Dahl, se non la migliore, ed è per questo che ero particolarmente interessato a realizzarne un film. Le streghe sono diabolicamente deliziose: sono malvagie e impenitenti. Vogliono liberare il mondo dai bambini. Ho pensato che fosse un’idea meravigliosamente sovversiva per una storia per ragazzi“.
Octavia Spencer (The Help, Ma, La forma dell’acqua The Shape of Water) interpreta la nonna del bambino protagonista della storia interpretato da Jahzir Bruno, già visto nella serie Atlanta e in Qualcuno salvi il Natale. “Volevo far parte di questo film per molte ragioni – rivela Octavia Spencer – Sono una grande fan di Bob Zemeckis, penso che sia un pilastro in questo settore. Oltre alla mia ammirazione per lui ho anche letto il libro, che mette in evidenza dei temi interessanti; inoltre ho percepito che la nonna sarebbe stata divertente da interpretare: una donna un po’ fuori dal comune. Ho pensato che fosse un progetto divertente e allo stesso tempo spaventoso, e volevo tanto farne parte, e lavorare al fianco di Anne Hathaway“.
Nel ruolo del manager dell’hotel c’è Stanley Tucci (Hunger Games, Amabili resti e, speriamo presto, Supernova): “Robert Zemeckis è un titano del cinema – dice – ha cambiato il modo in cui vediamo i film. Quello che ha fatto con Roger Rabbit è stato incredibile. È prolifico e brillante ma anche tanto versatile; ha avuto una carriera straordinaria ed è un talento straordinario. Roald Dahl, del quale sono grande fan, non ha paura dell’oscurità, e i bambini la vogliono; a volte ne abbiamo più paura noi di loro e penso che lui l’abbia capito. Ed è incredibilmente divertente, tanto che spesso l’umorismo proviene proprio dall’oscurità”. Nel cast anche Kristin Chenoweth (Glee, BoJack Horseman), il piccolo Codie-Lei Eastick (Holmes & Watson) e la voce narrante di Chris Rock.