Intervista a Virginia Raffaele, da Sanremo a Performance: l’ironia salverà il mondo

di Patrizia Simonetti

Nata e cresciuta in una famiglia circense, i nonni fondatori del Lunapark di Roma, Virginia Raffaele non poteva che finire su un palcoscenico. E adesso da quello del Teatro Ariston di Sanremo 2016 dove ha stupito e divertito con le sue imitazioni di Sabrina Ferilli – suo cavallo di battaglia – Carla Fracci – indimenticabili il suo balletto in La notte vola con Roberto Bolle e i suoi complimenti a Carlo Conti per la “conchiglia” – Donatella Versace – come non ridere di cuore mentre la stilista perde pezzi di pelle e un orecchio e chiede a Conti di parlarci dentro – e Belen – un suo classico, stavolta con tanto di valigia con dentro il paparazzo portatile – è subito saltata su quello dell’Alighieri di Ravenna per approdare stasera all’Ambra Jovinelli di Roma con Performance, spettacolo scritto con Piero Guerrerra, Giovanni Todescan e Giampiero Solari che ne cura anche la regia, dove le rivediamo tutte, assieme a molte altre come Ornella Vanoni, un successone l’anno scorso quando Virginia Raffaele è stata a Sanremo come ospite, il ministro Maria Elena Boschi che a Sanremo “non era giusta – dice Viriginia – e poi dovevo giustificare la co-conduzione”, e magari anche Roberta Bruzzone, la criminologa che minacciò di querelarla, e tante altre novità. Sul palcoscenico anche delle proiezioni video in modo che i vari personaggi interagiscano tra loro. Dopo Roma toccherà a Torino, Bergamo, Varese, Milano e di nuovo all’Ariston di Sanremo il 7 aprile.

Virginia, ti è piaciuta Sanremo?

Per la verità non l’ho vista, ho fatto continuamente Hotel-Ariston, Ariston-Hotel, ma se mi baso sull’accoglienza che ho avuto, suppongo sia un posto molto bello. Non me l’aspettavo davvero un’accoglienza così.

Parlaci di Performance

Performance è lo spettacolo dove per la prima volta porto in teatro tutte le mie maschere e i miei personaggi, uno show caleidoscopico nel quale continua quella giostra in cui io cerco di essere me stessa ma vengo bloccata di miei personaggi. Quindi è una sorta di dialogo con loro, anche se poi in realtà sono sempre io, per cui si verifica questo strano sdoppiamento di personalità.

Che sembra un tema molto attuale…

E lo è. Quell’essere in realtà e quanto ognuno di noi lo è e in che forma è un tema che esiste da sempre, nel mio caso ad esempio c’è da chiedersi se sono più me stessa essendo qualcun altro oppure no.

Si rischia il corto circuito…

Ed è un concetto molto divertente, come quello che riguarda il momento in cui una persona imitata inizia ad imitare il suo imitatore che lo imita, un vero corto circuito, appunto, che per quanto mi riguarda si è creato e si crea spesso.

Per esempio?

Per esempio quando un qualunque personaggio che ho imitato cita una battuta che in realtà non ha mai detto ma che io gli ho attribuito imitandolo, quindi mi chiedo se è lui che imita me o sono io che faccio lui, un po’ come le domande di Marzullo.

A proposito, a quando un programma tutto tuo in TV?

Per me è un sogno, ma per riuscire a reggerlo devo ancora lavorare. Intanto mi alleno in teatro che per me è come una palestra.

Tu fai ridere tanto, ma che cos’è una risata?

Un altro corto circuito, una cosa inspiegabile chimicamente, e se sul palco c’è allora l’energia cresce e lo scambio con il pubblico funziona.

Qualcuno dei tuoi personaggi se la prende, è capitato con la Bruzzone, la Boschi…

Io nelle parodie o imitazioni che faccio cerco sempre di essere non offensiva. Sicuramente ci sono delle cose che possono dar fastidio perché magari becchi dei lati particolari e non troppo apprezzati della personalità e un po’ pizzica, ma a seconda dell’autoironia della persona, questa reagisce di conseguenza. Comunque metteremo fuori del teatro un muro dove uno può appiccicare la sua querela o ciò che pensa di me, se sono razzista, sessista, fascista o capra.

Ad altri invece piacciono le tue parodie…

Perché comunque, come dicono tutti, alla fine è anche una bella pubblicità per il personaggio in questione e questo in linea di massima fa piacere. Però la satira è satira. Per fortuna ho un pubblico folto, anche femminile, che capisce che c’è ironia in tutto, e l’ironia salverà il mondo.

Non se la prenderà dunque se abbiamo preparato un ironico medley sulle sue migliori dichiarazioni a Sanremo 1016

1 comment

Lillianwoons 12 Aprile 2024 - 21:37

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