Ci lavorò due volte e a distanza di trent’anni Michelangelo su quel capolavoro di emozioni e colori che è la Cappella Sistina in Vaticano: la prima aveva solo trent’anni, scultore alla corte dei Medici non ancora esperto di pittura, fu chiamato da Giulio II della Rovere per affrescarne la volta che era un medievale cielo stellato creato anni prima da Piermatteo D’Amelia su commissione di Sisto IV, quando le pareti erano state dipinte da Botticelli, Ghirlandaio, Pinturicchio e Perugino. Una sfida che si ripeté trent’anni dopo: ormai artista famoso a tutto campo, a chiamare Michelangelo fu Clemente VII che volle rimodernare la parete dell’altare. Ebbero origine così La Creazione e il Giudizio Universale. E Giudizio Universale Michelangelo e i segreti della Cappella Sistina è il titolo dello spettacolo che ha debuttato con grande successo ieri sera all’Auditorium Conciliazione di Roma dove resterà in scena fino al 25 maggio, che mettendo insieme differenti forme artistiche come la musica, la danza, la recitazione, gli effetti speciali, e pure la tecnologia che permette l’immersione del pubblico nello show grazie alle proiezioni a 270 gradi, racconta le origini e la storia di quel capolavoro assoluto celebre in tutto il mondo che è, appunto, la Cappella Sistina, allora luogo deputato dell’elezione pontificia, con le immagini e le figure degli affreschi che prendono vita e si rianimano, e per farvi un’idea a fine articolo trovate lo showreel.
Giudizio Universale, in versione sia italiana che inglese, prodotto da Artainment Worldwide Shows con la consulenza scientifica dei Musei Vaticani, è stato ideato ed è diretto da Marco Balich: “abbiamo voluto creare uno spettacolo completamente nuovo – dice il direttore artistico e produttore di Cerimonie Olimpiche, da Torino 2006 a Rio 2016 – in cui la genesi di un capolavoro dell’arte universale viene raccontata mixando tutti i linguaggi che il mondo del live entertainment ci mette oggi a disposizione, il tutto nel più rigoroso rispetto dell’opera di Michelangelo, perché non c’è nulla di più emozionante della bellezza di un’opera d’arte e mi piace pensare che gli spettatori che verranno a vedere Giudizio Universale, soprattutto quelli più giovani, possano uscire dall’Auditorium Conciliazione ispirati da una rinnovata consapevolezza”. “I Musei Vaticani sono una realtà in cui tradizione e innovazione trovano una perfetta sintesi – aggiunge il direttore Barbara Jatta – e il live show può rappresentare un ottimo modo di vivere e conoscere la Cappella più famosa del mondo in modo diverso, con un linguaggio comunicativo moderno, adatto alle nuove generazioni”.
Le musiche di Giudizio Universale sono di John Metcalfe ma è Sting, che nel video che trovate a fine articolo racconta il suo lavoro, a firmare il tema originale e “sono grato di essere stato coinvolto in questa visione creativa e collettiva, sono stato formato alla musica sacra sin da bambino e questa è stata un’opportunità per familiarizzare di nuovo con questa musica” dice; mentre la voce di Michelangelo, in entrambe le versioni dello show, è quella di Pierfrancesco Favino: “ho visitato la Cappella Sistina da piccolo durante una gita scolastica – racconta l’attore – ed è stata un’emozione sensoriale, e penso sia questo ciò a cui Michelangelo aspirava, a coinvolgerti, impressionarti, a farti fermare in ogni singolo momento a guardare e a perderti…”
Le altre voci di Giudizio Universale sono di Sonia Scotti, Spose Murray, Luca Biagini, Ian Thomas Williams, Ennio Coltorti, Julian Hill e Franco Mannella, mentre i performer che si alternano sul palco sono Valentino Infuso, Cristian Ruiz, Francesco Cordella, Pietro Rebora, Rimi Cerloj, Danilo Picciallo, Giacomo Corvaia, Desirè Balena, Danilo Monardi, Federica Scaramella, Manuel William Rapicano. La coregia di Giudizio Universale è di Lulu Helbek, la supervisione teatrale di Gabriele Vacis. Ed ecco Sting che ci racconta del suo contributo d’autore a Giudizio Universale e lo showreel dello spettacolo: