Genitori quasi perfetti, ma si può fare meglio

di Patrizia Simonetti

Se a tuo figlio piace giocare al parto e se insiste che vuole i palloncini rosa, e non rossi, per la festa del suo ottavo compleanno, stallo a sentire, accontentalo e soprattutto fatti delle domande o, ancora meglio, non fartene neanche una. Perchè la vita è così, ognuno ha e vuole la sua, ognuno segue la propria natura e non c’è forzatura, regola sociale, stereotipo o consuetudine che tenga, a un certo punto esplode rivelando chi sei, e indubbiamente meglio prima che poi. Si intitolava infatti inizialmente Palloncini poi è stato invece chiamato Genitori quasi perfetti il film di Laura Chiossone, attrice, autrice, musicista milanese, già regista di corti e documentari, al suo secondo lungometraggio dopo Tra cinque minuti in scena del 2013, che per la sua commedia dolce amara ha saputo scegliere un cast brillante e tra iI più popolare del momento. Anna Foglietta in primis nel ruolo di Simona, mamma single moderna ma non troppo, che cerca certo di fare del suo meglio per Filippo, ma sarà lui alla fine ad aprirle gli occhi e a liberarla da tabù inconsci, e poi manco tanto. Accanto a lei, come sul palcoscenico in Bella figura, Paolo Calabresi, ovvero Aldo, marito accondiscendente e superintellettuale di Ilaria, che è Lucia Mascino, una donna bucolica che vive senza TV e Internet, ad eccezione ovviamente della chat delle mamme, e che fa vivere così anche sua figlia. Poi c’è Marina Rocco, perfetta nella parte di Sabrina, un po’ svampita, super attenta al suo look sempre perfetto e alla moda, separata ma con il marito che, dice, continua a ronzarle attorno, e con una figlia alla quale non fa mancare nulla ma a cui non ha permesso di annientarla come persona perchè “ci sono anch’io”, dice a Paolo, che è Francesco Turbanti, che invece dedica tutto il suo tempo al suo pargolo. Ma si fa presto essendo disoccupato, gli fa notare Alessandro, che è Paolo Mazzarelli, che invece il figlio che grida, rompe tutto e dice parolacce a tutto spiano, non se lo fila proprio perchè lavora proprio tanto, lui. E poi c’è Giorgia, interpretata da Elena Radonichich, mamma lesbica che diventa quasi un fenomeno da mostrare al mondo per Ilaria, come se il mondo non sapesse che ce ne sono tante, ed è l’unica con un equilibrio degno di tale nome anche se alla fine soccombe pure lei al caos e all’imbarazzo generale. E il piccolo, esordiente e bravissimo, Nicolò Costa che è Filippo, senza dimenticare Marina Occhionero che dà vita ad una dolcissima quanto incasinata animatrice di feste per bambini cui quella confusione e quell’incapacità genitoriale che vede in tutti loro le dà paradossalmente la forza di guardare al suo futuro di madre. “Genitori quasi perfetti è una storia che ci costringe a fermarci un attimo – dice la regista – per guardare con ironia che tipo di genitori siamo, eco-maniaci, indifferenti, ipocondriaci, isterici, buonisti, ognuno con la sua maschera per cui è impossibile creare una relazione sincera. E i bambini ci guardano”.

Anche Genitori quasi perfetti sfrutta l’occasione della festa, della riunione, del “tutti insieme” – anche se non proprio appassionatamente – per far esplodere la bomba, sempre che di bomba si tratti, anche se stavolta a lanciarla è una piccola anima innocente che non fa che insegnare ai grandi che non c’è nulla di cui vergognarsi ad essere chi si è e chi si vuole e che non sarebbe poi così difficile seguire la propria strada ed essere felici se gli altri non te lo rendessero davvero complicato e ti permettessero di farlo. “Il film racconta come una ‘normale’ festa di compleanno diventa il focolaio di tutti i conflitti che degenerano fino allo scontro finale, e le ipocrisie dei genitori si smascherano esplodendo in una sana rabbia risolutiva; Simona è una mamma che ce la mette tutta, eppure non ce la fa: non riesce a lasciare che il figlio sia libero e pur con tutto il suo amore lo spintona dolcemente a destra e a sinistra per farlo stare in una carreggiata ideale. Ma al culmine della festa, Filippo si lascia andare e la sua esibizione diventa una miccia esplosiva”. Il finale un po’ da musical – perfetto qui Il Kobra di Rettore così come base perfetta per l’esibizione di Filippo –  e fiaba a lieto fine resta in realtà un po’ distaccato dal resto, ma è un altro giorno (quello dopo la festa) e il mondo può apparirci diverso… Genitori quasi perfetti è in sala da giovedì 29 agosto.