Bella Figura all’Ambra Jovinelli, videointervista a Paolo Calabresi

di Patrizia Simonetti

Bella Figura è l’ultima opera dell’acclamata scrittrice francese Yasmina Reza, autrice di commedie come Art e Dio della carneficina, che ha riscosso grande successo sia di pubblico che di critica in Francia e in Germania messa in scena dalla stessa Reza, e che per la prima volta viene rappresentata in Italia. Dopo un tour partito in ottobre che l’ha portata a Milano, Firenze, Ancona e Barletta, Bella Figura arriva mercoledì 9 gennaio all’Ambra Jovinelli di Roma dove abbiamo incontrato Paolo Calabresi, uno dei protagonisti della pièce nel ruolo di Eric, che lo vede affiancato da Anna Foglietta (che ci aveva parlato di Bella Figura in questa videointervista realizzata ai Nastri D’Argento), Anna Ferzetti che si alterna con Lucia Mascino, David Sebasti e Simona Marchini (che ce ne aveva parlato in questa videointervista) diretti da Roberto Andò. Una commedia molto parlata, ricca e fitta di dialoghi aspri e ironici, con le debolezze dei personaggi aggravate da nevrosi che vanno oltre, e dove un errore apparentemente banale ma fatale, che ci racconta Paolo Calabresi nella nostra videointervista, accende una miccia molto pericolosa, e dove tutto gira attorno al tema dell’adulterio. Così ne parla la stessa autrice:

un uomo e una donna, nel parcheggio di un ristorante fuori città. Lei, Andrea, madre single e impiegata in una farmacia, è ancora in macchina. Il suo amante, Boris, un piccolo imprenditore di verande, sta cercando di convincerla ad uscire, malgrado il passo falso che ha appena commesso… Bella Figura esplora la notte che segue a quell’errore fatale. Poco dopo, una seconda coppia entra in scena: Eric e Francoise, insieme a Yvonne, la madre di Eric. In breve emerge che sono legati alla prima coppia da un segreto imbarazzante. La pièce si svolge quasi interamente all’aperto, mentre il giorno volge al termine. Nelle mie opere non racconto mai vere e proprie storie, dunque non dovrebbe sorprendere se lo stesso accade anche qui. A meno che non si consideri l’incerta e ondeggiante trama della vita, di per sé stessa, una storia”. E così ce ne parla Paolo Calabresi nella nostra videointervista: