Da Skam a Prisma: videoincontro con Mattia Carrano, Chiara Bordi, Caterina Forza, Ludovico Bessegato

di Patrizia Simonetti

C’è molta attenzione, e sempre più crescente, nel mondo della serialità televisiva nei confronti di quello adolescienziale. E il successo dei cosiddetti teen drama dimostrano che ce n’è anche da parte del pubblico, soprattutto quello che anagraficamente corrisponde ai loro protagonisti. Ormai da svariato tempo a questa parte, le storie dei ragazzi, pur concentrandosi sui luoghi di aggregazione come la scuola o i posti di ritrovo come bar, locali, feste, non si limitano a raccontare dei loro problemi con i genitori, di innamoramenti corrisposti o meno, delle loro prime volte, perchè gli adolescenti non sono soltanto questo, ma scavano molto più a fondo in quelli che sono i loro rapporti con sè stessi e con la propria identità,  sentimenti più profondi, le loro paure, le loro lotte coraggiose verso la comprensione e la consapevolezza di se stessi, soprattutto quando escono dagli schemi delle regole più stereotipate e obsolete.

Ecco allora che Skam, ad esempio, il cui titolo vuol dire vergogna, affonda lo sguardo su ciò che provoca imbarazzo nei ragazzi cresciuti in una società che sembra incapace di cambiare queste regole e di allargare lo sguardo a ciò che si è, e che si può e si vuole essere. E dopo Skam, dallo stesso team, sceneggiatore e regista in primis che è Ludovico Bessegato, arriva Prisma, tutta fatta in casa, non un adattamento italiano di una lungimirante serie norvegese, ma completamente orignale. Anche se, va detto, i temi e le dinamiche, si somigliano molto.

Prisma va quindi a raccontare quel raggio di luce bianca che, filtrato dal cristallo, si rifrange e si apre in mille colori, quelli dei mille modi di essere di ognuno di noi che però, a volte, facciamo fatica a riconoscere. In noi, e nei nostri ragazzi. E che loro stessi non riescono subito a capire. In 8 episodi, da mercoledì 21 settembre su Prime Video, Prisma ci rivela i problemi di identità, fisica, sociale e sessuale, di un gruppo di adolescenti di una città di provincia: Latina. E tutto gira attorno a due gemelli, Marco e Andrea, uguali nell’aspetto, assolutamente opposti in tutto il resto, ognuno inquieto e in bilico nel percorso verso la scoperta di se stesso. Ed entrambi magnificamente e sorprendentemente interpretati da un unico giovane attore al suo esordio: Mattia Carrano. Nel cast anche Lorenzo Zurzolo e segnaliamo un cameo di Achille Lauro nel ruolo di se stesso, suo il pezzo Mattoni nella colonna sonora.

Ma Marco e Andrea non sono soli. Il loro mondo è fatto di altri ragazzi come loro, di altre storie, di altre difficoltà e altre paure che somigliano alle loro, come quella di rivelarsi, di dichiararsi, di mostrarsi realmente come si è. E di trovare un posto in un mondo che non è mai uguale a se stesso. C’è chi è stato tradito, chi si è ferito nel corpo e nell’anima e affronta una riabilitazione che non è semplice in nessuno dei due ambiti; c’è chi spaccia perchè ha bisogno di soldi per provare cosa si prova ad essere se stesso; c’è chi se ne frega della sua gamba amputata e della sua protesi e rivuole a tutti i costi il suo ragazzo, anche se questo vuol dire usarne un altro; c’è chi si nasconde anche sui social fingendosi chi non è. 

Ognuno di loro ha un percorso da compiere, a volte da solo, altre volte con il sostegno degli altri. E siamo certamente daccordo che i ragazzi oggi sono avanti, che sono molto più pronti rispetto alle generazioni precedenti a fare i conti con i mille colori della luce che esce dal prisma, ma forse avanti non è il termine giusto. Loro sono dentro. Eppure c’è ancora qualcuno che non ce la fa, che non accetta. Certi ragazzi odiano certi ragazzi, o non parleremo più di bullismo, per esempio. Ne abbiamo parlato, purtroppo venendo anche fraintesi come spesso accade quando si affrontano questi temi, con regista e cast in conferenza stampa, ecco dunque il nostro videoincontro con Mattia Carrano, Chiara Bordi, Caterina Forza, Ludovico Bessegato: