Arrival, la fantascienza provocatoria di Denis Villeneuve

di Patrizia Simonetti

Sognavo di fare un film di fantascienza già dall’età di dieci anni, credo che questo genere possieda il potenziale e i mezzi per esplorare la nostra realtà in modo molto dinamico”. Parola di Denis Villeneuve (Sicario, Prisoners) che dopo aver concorso a Venezia 73, arriva oggi in sala con la fantascienza simbolica, ironica, metaforica e provocatoria di Arrival, ultimo lavoro del regista canadese, scritto da Eric Heisserer e interpretato da Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker e Michael Stuhlbarg. Strane astronavi aliene sbarcano sulla terra, scatta l’allarme, serve una squadra speciale per monitorare la situazione, ed è quella capitanata dalla linguista Louise Banks, segnata dal pesante lutto della morte della figlia, ma l’unica che può provare a comprendere le parole e quindi le intenzioni dei marziani, per poter così chiarire e dipanare più in fretta possibile il dubbio che in questi casi ci portiamo avanti da sempre, ovvero se si tratta di un attacco bellico – e nel caso prepararsi a dovere – o di una missione di pace. E per farlo la donna è disposta anche a mettere a rischio la propria vita e forse pure l’esistenza dell’umanità intera. Anche Arrival come tante altre pellicole presentate a Venezia 73 nasce sulla carta, più precisamente dal racconto Storia della tua vita incluso nella raccolta di otto romanzi brevi intitolata Arrival e altre Storie della tua vita che hanno reso popolare lo scrittore americano Ted Chiang rendendolo un autore cult per tutti gli appassionati del genere con le sue storie sugli inutili sforzi dell’uomo di mantenere una certa normalità di fronte agli inevitabili cambiamenti e alla perenne incertezza in cui è suo malgrado costretto a vivere. Ecco il trailer italiano di Arrival

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