Zucchero presenta D.O.C. Deluxe Edition con sei inediti (e due cover)

di Patrizia Simonetti

A pochi giorni dall’uscita in digitale, doppio cd e triplo vinile colorato, Zucchero ci racconta D.O.C. Deluxe Edition, il suo nuovo progetto discografico con dentro tutti i pezzi del precedente D.O.C. più altri sei nuovi di zecca: Succede, Facile, Non illudermi così, Wichita Lineman, Don’t Cry Angelina e September in duetto con Sting che lo ha anticipato. Un album del quale “sono molto geloso – dice Zucchero in conferenza stampa – che differisce dagli altri per suoni e produzioni, non è facile rinnovarsi restando sé stessi; in realtà non vedevo l’ora di eseguirlo dal vivo perché solo così mi avrebbe dato la possibilità di mostrare quello che provo io mentre suono queste canzoni, anche quelle che il pubblico conosce meno. E difatti molti brani miei che non sono stati mai dei singoli, sono lievitati nel tempo grazie ai concerti”. Purtroppo, causa Covid, Zucchero ha dovuto rinunciare al suo lungo tour di 150 date che avrebbe concluso proprio in questi giorni a Reykjavík. Ma incrociando le dita, annuncia già una serie di live all’Arena di Verona dal 23 aprile all’8 maggio 2021 a recuperare le date perse a settembre e ottobre scorsi. Due degli inediti sono cover, una passione, quella di riproporre in chiave nuova pezzi altrui, che Zucchero ha sempre avuto e della quale gli abbiamo chiesto:

Cosa porta un artista prolifico e creativo a scegliere di fare delle cover e inserirle in un album nuovo?

“La cover per me ha senso se è una cover che non è così popolare, per esempio non toccherò mai Imagine di John Lennon, neanche stravolgendola. Il senso è quello di avere un brano, magari non conosciuto in tutto il mondo, e di farlo tuo con una versione completamente diversa dall’originale o comunque dandole una forma, un arrangiamento, una tonalità per farla tua. Quando sento o mi ricordo di una canzone del passato e penso ‘ah questa potrei farla così’, la faccio e godo a farla, se dev’essere una copia dell’originale non mi interessa. Per esempio, quando ho sentito la versione di Hurt di Johnny Cash (l’originale è dei Nine Inch Nails n.d.r.) fatta da Johnny Cash ecco, quella è una cover, quando sentii With a Little Help from My Friends (dei Beatles n.d.r.) di Joe Cocker a Woodstock, quella è una cover che ha valorizzato l’originale che era una marcetta goliardica rendendola epica, ne ha fatto un gospel… Se devi fare una cover deve avere queste caratteristiche…

E questo vale ovviamente anche per le cover di questo album…

“Certamente, per esempio Wichita Lineman (di Jimmy Webb n.d.r.) l’ho fatta veramente quasi con poca orchestra, con chitarra acustica e tonalità tenuta bassa, un po’ più sofferta, più malinconica… la trovo molto bella, avrei voluto scriverla io  anche per la storia di questo lineman che attraverso il filo del telefono resta in contatto con lei e pronuncia una frase molto bella che dice “ho bisogno di te più di quanto ti voglia…” Mentre Non illudermi così (cover di Don’t Make Promises di Tim Hardin n.d.r.) l’ho resa più goliardica, con un testo italiano e un ritmo alla Zucchero e l’ho fatta mia. Ho lavorato al testo in italiano con l’auto di Mimmo Cavallo, trasformando il senso originale in un concetto più attuale…”

E a breve Zucchero pubblicherà una nuova cover, quella di Astro Del Ciel (Silent Night), una personale rivisitazione del brano natalizio composto da Joseph Mohr e Franz Xaver Gruber.

Ho inciso una nuova versione di ‘Astro del Ciel’ cantata in Italiano e invece di parlare del Bambin Gesù l’ho fatta diventare una ballata di pace universale”.

Poi il racconto delle altre quattro canzoni nuove di D.O.C. Deluxe Edition : “La melodia di Succede è nata durante la scrittura di D.O.C. ed è rimasta nel cassetto fino a quando ho deciso, durante il primo lockdown, di lavorare al testo, è un rhythm and blues un po’ ironico che cela molti doppi sensi, una riflessione su ciò che si vorrebbe avere e non si ha, un dialogo con un amore passato, per cui si sarebbe fatto di tutto, pur non avendo niente, senza chiedere nulla in cambio. Don’t cry Angelina l’avevo scritta durante la lavorazione di Oro Incenso e Birra nell’89, non mi convinceva troppo ed è rimasta lì, l’ho finita lo scorso luglio e scrivendo un testo basato su una storia vera che parla di una staffetta partigiana che durante la guerra si era innamorata di un altro partigiano che andò sui monti a combattere e quando tornò lei non c’era più, una grande stria drammatica ma d’amore. Facile faceva parte della rosa delle canzoni nate durante la creazione di DOC, era rimasta incompiuta, c’era qualcosa che non mi piaceva, poi rilavorando al testo e agli arrangiamenti, ne è nata una diatriba simpatica tra due innamorati, la canto con Chance, grande cantante che viene dal gospel, con uno swing, mi ricorda Aretha Franklin da giovane. E poi September, eseguito con Sting che dopo averne composto la musica mi ha chiamato per propormi di adattare alla melodia un testo in italiano e poi lavorandoci insieme è venuto fuori questo duetto, che risente e parla del periodo che stavamo vivendo quando l’abbiamo composto, e che stiamo ancora vivendo. Eravamo a giugno e ci rivolgevamo al mese di settembre con il desiderio che un po’ di pioggia, dopo un’estate così calda e asciutta, potesse lavare via e purificare tutte le brutture del momento. Ancora oggi speriamo che questo ‘settembre’ arrivi presto”.