X Factor 2017, vince Lorenzo Licitra e non i Maneskin

di Patrizia Simonetti

Dunque i superfavoriti, quelli che hanno stupito, affascinato e sorpreso, i Maneskin per capirci, quei quattro ragazzi romani che hanno scelto un nome danese che vuol dire Chiaro di luna, ovvero Damiano, unico maggiorenne della band, Victoria, bella e bionda, mezza romana e mezza danese, che in calze a rete porta a spasso per il palco il suo basso come se non avesse mai fatto altro, e come se nient’altro vorrebbe mai fare, in tutta la sua vita, più Thomas e Ethan, loro, gli sfrontati, i coatti, i trasgressivi, come trasgressivo è pure il video del loro singolo inedito Chosen dove in un hotel stile American horror story c’è pure un prete che rappresenta la musica vecchia e stantia, che oltre ad essere un gruppo che suona da Dio e il loro frontman un frontman come si deve che si mangia palco e pubblico in un sol boccone e lascia le ragazze a bocca aperta per il fascino che ha da vendere, no, non lo hanno vinto loro X Factor 2017. X Factor 2017, undicesima edizione del talent di Sky, quest’anno davvero super ricca di talenti straordinari, l’ha vinto Lorenzo Licitra che, per carità, nulla da dire, la sua voce spacca i cristalli e Freddy Mercury avrà sicuramente applaudito alla sua versione da brivido di Who wants to live forever, lui, venticinquenne di Ragusa che dalla lirica è voluto passare al pop e si è impegnato, tanto davvero, riuscendoci in pieno, che non stona una volta, che non stecca mai, che è pure gradevole da guardare e nei modi gentile e moderato, che sorride con dolcezza e un po’ di timidezza, mica come quelli che sghignazzano e sembra sempre che ti prendano in giro. Sembra… Vuoi mettere lui, Lorenzo, sempre elegante e in giacca scura a brillantini, con Damiano sempre a petto nudo e che fa la lap dance coi tacchi a spillo e canotta a rete che si strappa via a metà pezzo? Bravi tutti, certo, ma peccato che il pubblico abbia scelto ancora una volta il più classico, il più pulito, il più rassicurante… peccato perché dovevano vincere i Maneskin