Wonder Woman, supereroina tra amore e guerra

di Patrizia Simonetti

Sarebbe davvero bello porre fine a ogni guerra

, conflitto, battaglia e debellare qualunque velleità bellica e aggressiva dell’uomo semplicemente uccidendo l’essere soprannaturale che infonde tale veleno nel suo cuore. Che in fondo l’umanità nasce buona e se non fosse per quel cattivone di Ares, Dio della guerra, che si diverte a far ammazzare gli esseri umani tra loro con l’obiettivo di riprendersi il mondo che in effetti era tutto degli dei prima che papà Zeus creasse quegli esseri che non hanno fatto altro che distruggerlo, vivremmo felici e contenti amandoci l’un l’altro. Sì, ma chi ci crede? Ci crede Wonder Woman, Supereroina della DC Comics che arriva al cinema giovedì primo giugno con il film che la racconta sin da bambina, svelandone a chi ancora non le conosce le origini, e che mostrane e celebrandone la forza, il coraggio, la determinazione, la lealtà e… l’ingenuità. E certo ha il merito di portare un po’ di sana woman power in un genere dove solitamente, tranne qualche rara eccezione, i supereroi maschi la fanno da padroni, e che non poteva che essere diretto da una donna che in questo caso si chiama Patty Jenkins, quella di Monster e della serie TV The Killing. Del resto quando William Moulton Marston la creò nel 1941, in piena seconda guerra mondiale, questo voleva fare: un’eroina che fosse di esempio e sostegno per tutte le donne che come lei scoprissero i propri superpoteri.

Ad interpretare Wonder Woman è Gal Gadot, Miss Israele 2004 e quindi sì, si tratta della stessa Wonder Woman vista l’anno scorso in Batman v Superman: Dawn of Justice dove già si diceva che in realtà si chiama Diana Prince, che è metà umana e metà divina in quanto figlia di Zeus e di un’amazzone e che ha combattuto con onore durante la prima guerra mondiale. Una sorta di spin off, dunque, o meglio un prequel visto che lei ancora non sa tutto questo perché il film inizia molto, ma molto prima, persino prima della sua creazione, o potremmo anche dire “una guerra prima”: qui siamo infatti nel 1918, quasi al termine del primo conflitto mondiale, che la vede schierarsi contro i tedeschi, cioè con i buoni. Per dire.

In principio dunque Wonder Woman era Diana e Diana viene chiamata per tutto il film. Diana è la principessa delle Amazzoni, figlia della regina Ippolita cresciuta sull’isola paradisiaca di Themyscira, una sorta di mondo a parte, quasi virtuale tipo quello di The Truman Show che Zeus ha creato apposta per proteggere lei e tutta la popolazione di amazzoni dove troviamo Connie Nielsen che è sua madre Ippolita, e Robin Wright che è sua zia Antiope, che l’addestrerà a dovere fino a renderla praticamente invincibile in ogni tipo di combattimento. Un addestramento che l’aiuterà molto in guerra, oltre naturalmente a un pizzico di fortuna e anche di protezione divina, o non si spiega come, per quanto wonder, possa schivare migliaia di pallottole solo con i polsini di metallo. Ma come ci finisce Diana, ovvero la futura Wonder Woman, in guerra? L’isola di cui sopra viene violata dal povero Steve Trevor interpretato da Chris Pine, il primo uomo che Diana vede nella vita e come prima esperienza diciamo che non c’è male. Solo che non arriva su un cavallo bianco, ma precipita con un piccolo aereo rubato con il quale sta fuggendo dai tedeschi che hanno scoperto che si tratta di una spia. Con lui Wonder Woman si allea per salvare l’umanità da Ares, che poi alla fine aveva quasi ragione lei, e pure da una dottoressa sfigurata e impazzita (Elena Anaya Gutiérrez) con il pallino di creare un gas letale che oltrepassi e quindi renda inutili anche le maschere antigas.

Avventura, colore, messaggi positivi, qualche esagerazione da supereroe, ma del resto… , battute divertenti e l’antica quanto sempiterna lotta tra il bene e il male. E soprattutto una donna che da sola, armata solo di spada, lazo infuocato, scudo e coroncina, batte un esercito di uomini armati. Evviva. Nel cast anche David Thewlis, Danny Huston e Ewen Bremner (per tutti noi lo Spud di Trainspotting).