Wayward Pines: arriva su Fox la serie TV di M. Night Shyamalan ispirata a Twin Peaks con Matt Dillon e Juliette Lewis

di Patrizia Simonetti

C’è una strana cittadina dove se entri è difficile uscirne, recintata com’è da una rete elettrificata e con tanti microfoni, videocamere nascoste e microchip che pullulano inquietanti. Così quando ci finisce l’agente speciale Ethan Burke, dopo qualche difficoltà iniziale, beh, vuole vederci chiaro.

Se ne è parlato tanto e finalmente arriva, stasera, giovedì 14 maggio in Italia su Fox e Fox Crime, e contemporaneamente in altri 127 paesi, Stati Uniti inclusi, Wayward Pines, serie evento in 10 episodi diretti e prodotti da M. Night Shyamalan, il regista de Il Sesto senso che per il suo esordio televisivo ha scelto di ispirarsi al best-seller I Misteri di Wayward Pines di Blake Crouch, a sua volta ispiratosi a I segreti di Twin Peaks, la serie TV degli anni novanta di David Lynch. E l’atmosfera è proprio quella.

Ricco il cast a cominciare da Matt Dillon nei panni dell’agente segreto Ethan Burke, ma ci sono anche Juliette Lewis (Natural Born Killers, Cape Fear) nel ruolo della barista Beverly, l’unica a condividere le perplessità di Burke anche se chissà perché è convinta di essere ancora nel 2000; Carla Cugino (Sin City, Entourage) che interpreta Kate Hewson, uno dei due agenti che Ethan Burke sta cercando di rintracciare ma anche sua ex amante; il premio Oscar Melissa Leo (The Fighter, Frozen River) che fa la strana infermiera Pam; Toby Jones (Tale of tales – Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, proprio oggi a Cannes e nelle sale) che è lo psichiatra Jenkins; Terrence Howard (Empire) che è lo sceriffo Arnold Pope; mentre Shannyn Sossamon è sua moglie Theresa e Charlie Tahan suo figlio Ben.

Tutto comincia con l’agente Ethan Burke che si sveglia in un bosco accanto a un ruscello, è ferito ma si alza e barcollando riesce ad arrivare, appunto, a Wayward Pines, Idaho, ma non fa neanche in tempo a entrare in un bar e a chiedere dove si trova che sviene collassato a terra, risvegliandosi nel letto di uno strano ospedale senza dottori né pazienti, senza i suoi effetti personali e senza telefoni, c’è solo l’infermiera Pam che all’inizio appare simpatica e gentile, ma poi…

La storia va avanti a flashback, come quello del colloquio con il suo psicologo che gli chiede perché mai abbia raccontato “ciò che gli sta accadendo a una collega e non a sua moglie” e gli ripete che “l’unico responsabile dell’attentato avvenuto a Pasqua è chi ha firmato i documenti per il rilascio e non lei” e gli chiede anche se ha ancora avuto “altre allucinazioni”. “Che intende per allucinazioni?” domanda a sua volta Ethan. Poi si ricorda che era in auto con il collega Stallings quando ha avuto un incidente.

E intanto a Seattle, al quartier generale dei servizi segreti, si parla proprio del ritrovamento del corpo carbonizzato di Stallings, ma di Burke non c’è traccia.