Vulcano, nella terra dei Maya con Jayro Bustamante

di Patrizia Simonetti

Si chiama Maria, è una ragazza maya di 17 anni che vive e lavora con i genitori in una piantagione di caffè alle pendici di un vulcano attivo in Guatemala. Sogna la grande città, invece sposerà Ignacio, il supervisore della piantagione, un matrimonio combinato e amore, naturalmente, zero. Solo Pepe può salvarla, un giovane raccoglitore di caffè che vuole andare in America, così Maria pensa che sedurlo sia una buona idea per farsi portare con lui, ma non andrà proprio così. Si intitola Vulcano l’opera prima di Jayro Bustamante, tra i film rivelazione dell’ultima Berlinale che gli ha assegnato l’Orso d’Argento – Alfred Bauer Prize, da oggi, giovedì 11 giugno, nelle sale italiane distribuito da Parthénos e Lucky Red. “Ho trascorso la mia infanzia sugli altipiani del Guatemala, la terra dei Maya, circondata di vulcani e permeata di antiche tradizioni indigene – racconta il regista guatemalteco – anni dopo mia madre condivise con me la sua indignazione quando scoprì che alcuni funzionari sanitari pubblici erano coinvolti nel sequestro di bambini maya. Questo è stato il punto di partenza del mio racconto”.