Abbiamo incontrato Martina Attili alla presentazione stampa di È come sembra, il corto di Una nessuna Centomila sulle molestie e il consenso destinato ai maxischermi dei grandi concerti dell’estate, che vorrebbe tanto fosse proiettato anche ai suoi prossimi live “perchè credo che sia importante, cioè questa roba è reale” ci spiega nella nostra videointervista. Concerti che saranno il 15 giugno a Napoli, il 18 luglio all’Aprifest di Naso, nel messinese, il 19 a Rovigo a Voci per la Libertà, il 25 a Roma, il 26 luglio al Lyra Music Fest di Decollatura, nel catanzarese. Lei nel video non c’è, ma c’è la sua migliore amica Nicole Rossi, ed è venuta a sostenerla.
Peccato non sia nel cast perchè Martina Attili è molto attenta al sociale che nutre molte delle sue canzoni. Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla sua Cherofobia portata a X Factor ormai sette anni fa, ma lei continua a parlare e cantare di sè stessa e degli altri, come una cosa sola, perchè le esperienze cdi chi vive nel nostro stesso mondo sono anche le nostre.
Nel suo primo album intitolato Signorina Rivoluzione, ad esempio, parla d’amore, ma soprattutto mette l’amore nelle storie che racconta che sono più grandi di lei, come quella di Quando morirò dirò tutto a Dio che scava nei pensieri di una piccola orfana afghana, o di La partita di pallone dove si appropria dello sgmento e della malinconia di un insegnante della martoriata Gaza in una scuola vuota, e poi il Covid, la guerra in Siria e la drammatica vicenda di una ragazzina americana di 10 anni rimasta incinta in un stupro che ha dovuto uscire dal suo paese, l’Ohio, per abortire. Ne canta in Eva e Adamo, il brano che aveva portato a Sanremo Giovani ma che è stato escluso.
Ed ecco il perché di Signorina Rivoluzione, disco arrivato proprio dopo quell’esclusione e quindi l’impossibilità di portare quel tema sul palco del Festival: “Rivoluzione perchè io la intendevo come il mio parlare di chi si sta organizzando per fare davvero la rivoluzione – ci spiega – dato che veniva dopo un episodio in cui una determinata canzone non aveva avuto il luogo che sperava di avere, mi sono resa conto che era una canzone sull’avere vent’anni. E mi sento cambiata perchè sono diventata l’eccezione di cui magari non si parla, e che mette in contraddizione tutti i principi che ho dovuto smontare per poi ricostruirli. Non bisogna disilludersi a vent’anni”. La nostra videointervista a Martina Attili:
Le Foto sono di Angelo Costanzo