Videointervista a Alex Britti in tour con Mojo, il suo primo album strumentale

di Patrizia Simonetti

Alex Britti sforna il suo primo album interamente strumentale ed è già in tour a presentarlo. Si intitola Mojo, parola che immediatamente ci porta al blues “in un territorio musicale ben definito, quello del sud degli Stati Uniti dove c’è un incrocio di culture e di sapori – mi dice Alex Britti che incontro alla Casa del Jazz di Roma dove sabato 25 giugno lo presenta live nella sua città – un termine che torna spesso nel blues ed è un amuleto, un portafortuna, qualcosa che ti dà energia, nel mondo di oggi una sorta di training autogeno…”  Anche la cover parla da sola, con Alex pensieroso in spiaggia al tramonto, chitarra e amplificatore…

Era ora che la chitarra parlante, anzi, cantante, di Alex Britti la facesse da padrona anche sulla voce che stavolta non c’è, e si facesse voce essa stessa. Non che prima non lo fosse, ma qui è un’altra storia. Un disco dove, dunque, non ci sono le parole e sarà chi lo ascolta a mettercele, ognuno le sue, seguendo il mood, per una fruizione più libera e personale.  “Me lo sentivo da anni – rivela Alex – e a un certo punto ho sentito il dovere morale di farlo. Non so che genere sia, sono un chitarrista blues ma sono ghiotto di qualsiasi cosa, amo il jazz, rock, rap, la musica elettronica e le contaminazioni, e credo ci sia involontariamente un po’ di tutto”.

Otto pezzi che è davvero un piacere ascoltare, e pure ballare. Il ritmo varia e accelera un po’ di traccia in traccia fino alla chiusura con Adrenalina che, per definizione dell’autore “ti scarica l’ultima tacca della batteria”. Ogni brano è una storia, un racconto, a volte un’immagine evocativa di qualcosa che già conosciamo. Sotto il cielo di Amsterdam, ad esempio, trasmette un’immagine nitida della città che ti sembra di vedere i suoi coffee shop, le sue biciclette, l’acqua, meglio di una fotografia. Sotto il cielo di Amsterdam è la seconda traccia di Mojo che apre con S_Funk  e prosegue con Insomnia, Un treno per Roma, Dolce Sveva, West & Co, Tuscany, Respiro, e la già citata Adrenalina. Non potevo fare a meno di chiedere ad Alex Britti chi fosse la Dolce Sveva e la risposta è dolce: “un titolo che mi ha consigliato mio figlio perché Sveva è la sua fidanzata, e considerando che oggi compie 5 anni… “ Con Alex Britti suonano in Mojo Stefano Sastro alle tastiere, pianoforte e rhodes; Giulio Rocca, Joel Taylor, Mike Terrana alla batteria; Michele Papadia all’hammond e al rhodes; Emanuele Brignola al basso; Alex Alessandroni al rhodes.

Mojo (It.Pop distr. Believe) esce venerdì 1° luglio. Ma c’è già modo di ascoltarlo live: il tour, partito il 15 giugno da Pescara Jazz, approda stasera, 24 giugno, a Torrita di Siena; domani, come detto, alla Casa del Jazz di Roma; il 3 luglio a Montagna di Panarotta in provincia di Trento; il 9 a Rovigo; il 13 agosto a Subiaco, vicino Roma; il 20 a Sanremo; il 27 a Neoneli in provincia di Oristano; il 3 settembre a Bertinoro, Forlì Cesena. Ma i suoi live andranno avanti fino alla fine dell’anno. Sul palco con lui Giulio Rocca alla batteria, Emanuele Brignola al basso e Michele Papadia all’organo Hammond, al pianoforte e alle tastiere. In scaletta tutti i pezzi di Mojo e qualche canzone con voce, ma “non faccio i tormentoni – avverte – ma quelle canzoni che non hanno avuto, secondo me, l’attenzione che meritavano”. La nostra videointervsta a Alex Britti: