Venezia 72: storie vere e nere tra preti pedofili e criminali storici con Spotlight di Tom McCarthy e Italian Gangsters di Renato De Maria

di Patrizia Simonetti

Boston, 2001. Un gruppo di giornalisti del quotidiano Boston Globe decidono di tirarsi su le maniche per andare a rovistare nel torbido di vecchie storie di pedofilia. Al centro delle loro indagini l’arcivescovo Bernard Francis Law che viene accusato di aver insabbiato, complice altri settori della Chiesa, molti casi di molestie e violenze sessuali su minori compiute da oltre un centinaio di preti di diverse parrocchie della sua diocesi. Ai primi articoli pubblicati, seguono centinaia e centinaia di segnalazioni, testimonianze e resoconti di altrettante persone che in passato erano state vittime di quei preti pedofili. Dopo circa due anni il giornale, grazie al coraggioso quanto tenace team, viene insignito del Premio Pulitzer di pubblico servizio e l’arcivescovo rimosso.

Questo, ovvero lo scandalo più scandaloso d’America dell’ultimo secolo, racconta Spotlight, il film un po’ thriller un po’ documentario di Tom McCarthy fuori concorso oggi a Venezia 72, che lo stesso regista definisce “un’ode al reportage d’inchiesta di alto profilo di cui oggi c’è grande scarsità”, con Mark Ruffalo, Michael Keaton e Rachel McAdams, appena vista in TV in True Detective 2, a comporre la squadra di audaci cronisti denominata, appunto, Spotlight e Stanley Tucci nel ruolo dell’avvocato.

Sono cresciuto con un’educazione cattolica e sono andato a scuola a Boston – racconta Tom McCarthy che si dice legato personalmente a questa storia – ho amici che sono stati abusati dai preti, alcuni dei quali sono citati nel film, ma allo stesso tempo, continuo a vedere quante cose buone faccia la Chiesa cattolica, e quante buone persone, chierici o laici, facciano parte della chiesa”.

Di denuncia e di realtà è fatto anche Italian Gangsters di Renato De Maria, film molto italiano presentato oggi nella sezione Orizzonti. Con Andrea Di Casa, Paolo Mazzatelli, Luca Micheletti, Aldo Ottobrino, Sergio Romano, Francesco Sferrazza Papa, racconta tre decenni di criminalità tutta rigorosamente Made in Italy a cominciare dal secondo dopoguerra, vicende torbide e violente salite agli onori certo poco onorevoli della cronaca, tra ricordi, testimonianze, interviste, monologhi, video d’epoca e immagini di repertorio ritrovati negli archivi dell’Istituto Luce e della Rai, che fanno comunque, volenti o nolenti, ma sicuramente dolenti, parte della storia del nostro paese.

“Abbiamo attinto immagini anche dall’archivio Home Movies che raccoglie super 8 di famiglie italiane tra gli anni cinquanta e sessanta – racconta De Maria che dopo Venezia sarà subito sul set di Squadra Antimafia di dui dirigerà l’ottava stagione – materiali fortemente soggettivi, quasi astratti nella loro vicinanza a un’intimità domestica altrimenti irraggiungibile”.

Protagonisti sei capibanda quasi tutti morti come Paolo Casaroli, Pietro Cavallero, Luciano De Maria, Horst Fantazzini, Luciano Lutring e l’unico ancora vivo, l’oggi 92enne Ezio Barbieri. Anche qui co-protagonisti, in qualche modo, giornalisti coraggiosi come Indro Montanelli ed Enzo Biagi con le loro interviste, ma anche autori come Dino Buzzati e Giorgio Bocca. Italian Gangsters sarà al cinema a ottobre. Ecco il trailer:

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