Una volta nella vita, quando i ragazzi incontrano la Shoah

di Patrizia Simonetti

Nella banlieue sud-est di Parigi c’è il Liceo Léon Blum di Créteil, dentro un miscuglio esplosivo di diverse etnie, religioni e situazioni. Al Blum insegna Anne Gueguen (Ariane Ascaride), che per promuovere una sorta di partecipazione comune, integrazione, socializzazione, propone proprio alla sua classe più problematica e a rischio un progetto comune sul quale lavorare tutti insieme, partecipare, cioè, a un concorso nazionale di storia dedicato alla Resistenza e alla Deportazione. I ragazzi si incontreranno e scontreranno quindi per la prima volta nella loro vita con la Shoah e non saranno più gli stessi. Ispirato a una storia vera, arriva in sala il 27 gennaio, nel Giorno della memoria, distribuito da Parthénos, Una volta nella vita di Arie-Castille Menti on-Schaar (titolo originale Gli eredi), con Ariane Ascaride e Ahmed Dramé, che è anche cosceneggiatore assieme alla regista, nonché autore del libro che racconta la sua stessa storia pubblicato in Italia da Vallari: è stato infatti lui nel 2009 a vincere davvero quel concorso con la seconda classe del suo Liceo e oggi è attore e scrittore. “È un film ottimista – dice Arie-Castille Menti on-Schaar – e tanto più ottimista quanto si tratta di una storia vera che dimostra che è possibile appassionare anche i più reticenti, a condizione che vengano messi al centro del percorso didattico. Gli allievi cominciano ad interessarsi al concorso quando sono attivi e in questa evoluzione c’è un momento cruciale: l’incontro con un testimone, Léon Zyguel, deportato quando era adolescente”.