Raffaele Acampora è un marito affettuoso, un padre presente e un grande lavoratore. Fa l’allevatore e va a vendere i suoi animali in vari mercati della zona, e anche oltre. Siamo in un paese della Campania nel 1996, e la camorra è ben radicata e altrettanto ben intenzionata a spremere tutti, ma proprio tutti, come limoni. E se nessun fa niente, Raffaele fa la cosa più pericolosa di tutte: denuncia. E lo fa soprattutto per essere d’esempio al figlio adolescente (Giuseppe Pirozzi) e lasciargli la possibilità di una vita migliore.
Tutto per mio figlio è il film TV di Umberto Marino che arriva su Rai 1 lunedì 7 novembre con Giuseppe Zeno nel ruolo di Raffaele, a raccontare di come un uomo qualunque si trasforma improvvisamente in un eroe opponendosi alle vessazioni camorristiche con vie legali. Raffaele si mette a studiare, fonda un sindacato, per fare gruppo, per essere più forti. I suoi colleghi aderiscono, e finchè arrivano i bagni al mercato va tutto bene, ma quando si tratta di non pagare il pizzo, la paura prende il sopravvento. La camorra è subdola, minaccia, intimidisce, ti prende a testate davanti a tutti, usa la violenza e la paura. E Raffaele resta solo.
Anche sua moglie Anna, interpretata da una meravigliosa Antonia Truppo, che lo sostiene come può e come sa, con l’amore che si trasforma anche in torte e frittate, alla fine lo implora di fermarsi, va persino a chiedere la grazia alla moglie del boss, cui dà vita un’altrettanta meravigliosa Tosca D’Aquino. Ma lui va avanti. Collabora con la polizia e la magistratura, fa nomi, si oppone con tutte le sue forze.
Lo stile del film è realistico, così come il finale. Non è la storia vera di un uomo in particolare, ma di un uomo che ne rappresenta tanti. Ne abbiamo parlato con regista e cast, ecco le nostre videointerviste a Giuseppe Zeno, Antonia Truppo, Tosca D’Aquino e Umberto Marino: