Tutankhamon L’ultima Mostra con la voce di Manuel Agnelli (Video)

di Patrizia Simonetti

Quando il cinema riscopre l’arte e la storia, quella che ci ha affascinato leggendola e studiandola sui libri di scuola e la cui emozione non ci ha più abbandonato. Chi non è mai rimasto sopraffatto da una sorta di commozione davanti a una piramide, chi non si è mai sentito avvolto da una sensazione di mistero e di piacevole inquietudine visitando templi e tombe in quella splendida terra di storia, cultura e arte antica e potente che è l’Egitto, chi non ha mai fantasticato sui faraoni e in particolare su quel piccolo grande Tutankhamon… Sono passati quasi cento anni da quel 26 novembre del 1922 quando nella Valle dei Re, in Egitto, l’archeologo ed egittologo britannico Howard Carter bucò una parete sotterranea trovandosi davanti la camera sepolcrale della tomba del faraone Tutankhamon, uno spazio intatto e pieno di oggetti meravigliosi. In occasione del centenario di quella scoperta che ha rivoluzionato la storia dell’archeologia, arriva al cinema dal 9 all’11 maggio Tutankhamon L’Ultima Mostra, docufilm diretto da Ernesto Pagano e prodotto da Laboratoriorosso e Nexo Digital, e con la voce nanrante di Manuel Agnelli, per far rivivere a tutti quel magico momento e far seguire in esclusiva lo spostamento di ben 150 oggetti del tesoro del Faraone per la più grande mostra internazionale mai dedicata al Golden Boy. L’ultima.

Questo film nasce da un confronto maturato lungo anni di collaborazione con il fotografo Sandro Vannini il quale ha condiviso con me l’esigenza di fissare in un racconto ‘esteso’ il suo lavoro fotografico ormai ventennale attorno alle antichità egiziane e, in particolare, alla figura di Tutankhamon – racconta il regista – Abbiamo voluto aprire il film mostrando in presa diretta le operazioni di preparazione al viaggio degli oggetti del tesoro di Tutankhamon per la sua ultima tournée internazionale, organizzata per la mostra King Tut Treasures of the Golden Pharaoh. Abbiamo così esplorato le sale del chiassoso Museo di Tahrir del Cairo e i dipartimenti asettici dell’area restauro del nuovo Grand Egyptian Museum, ancora parzialmente in costruzione e chiuso al pubblico. Abbiamo raccontato i passaggi più impegnativi e poco noti del backstage della mostra, come lo spostamento dell’imponente Statua del Guardiano del Re in legno dipinto e dorato, mai più mossa da quando Carter l’aveva inviata da Luxor al Cairo alla fine degli anni 20, e quello di una statua colossale, un macigno di quasi tre tonnellate movimentato grazie al sapiente intervento di esperti operai del Museo Egizio. Abbiamo poi seguito l’allestimento nelle location di Los Angeles, Parigi e Londra, rivedendo quegli stessi oggetti in una veste nuova: al centro di sale espositive pensate per esaltarne ogni dettaglio, celebrando una potenza evocativa e artistica capace di attraversare intatta i millenni.

Come in una macchina del tempo – continua Ernesto Paganoabbiamo poi fatto un salto indietro a 100 anni fa, raccontando – grazie a preziosi materiali d’archivio, interviste agli esperti e letture drammatizzate dei diari di Carter – la storia dell’epocale scoperta della tomba di Tutankhamon nel 1922. Abbiamo così potuto indagare il fenomeno culturale Tutankhamon, che rese Carter e il suo finanziatore, Lord Carnarvon, due star mediatiche tanto da far nascere nell’Europa degli anni 20 un’ondata inarrestabile di Tutmania. Il racconto storico ci permetterà di arrivare anche all’epoca contemporanea quando, a partire dal 2005, il celebre archeologo Zahi Hawass, Ministro delle Antichità Egizie fino al 2011, trasformò il Golden Boy in un ambasciatore d’Egitto nel mondo, proprio in un momento in cui il paese era desideroso di riscattarsi da decenni di attentati che ne avevano minato la grande industria turistica e culturale. Fu in quegli anni che per la prima volta venne fatta una TAC alla mummia del faraone per indagarne le cause della morte: proprio alle scansioni di quelle TAC abbiamo avuto accesso esclusivo in occasione del docu-film.

Il racconto giungerà poi agli anni della rivoluzione del 2011 e anche al gruppo di saccheggiatori che penetrò nel Museo Egizio di piazza Tahrir in cerca di oro, rubando e distruggendo alcuni oggetti del tesoro di Tutankhamon.  Sarà sempre Zahi Hawass a raccontare questi passaggi, sostenuto da materiali d’archivio e materiali inediti di quei giorni. Mentre saranno le fotografie ad altissima risoluzione di Sandro Vannini a raccontare come gli oggetti danneggiati abbiano recuperato le loro fattezze originarie grazie al sapiente lavoro dei restauratori: il suo lavoro è basato principalmente su tecnologie digitali sofisticate e d’avanguardia che, applicate alla ricostruzione virtuale, alla fotografia e alle riprese video, rappresentano la nuova frontiera della narrazione e della descrizione dei Patrimoni Artistici e Culturali. Attraverso le fotografie di Vannini si snoda anche il terzo asse narrativo del film: quello che ricostruirà stralci della vita e del rituale funebre del faraone della XVIII dinastia. Quasi attraverso gli occhi di Howard Carter ci troveremo di fronte a un tesoro di 5398 oggetti ammucchiati dentro una tomba angusta e saremo chiamati a interpretarne il senso. Una voce narrante ci aiuterà a immergerci in quelle atmosfere e diventare testimoni della scoperta di quella straordinaria sepoltura. A questa voce se ne alterneranno altre, capaci di rievocare le antiche formule inscritte sugli oggetti e alcuni stralci del diario di Carter”.

La colonna sonora di Tutankhamon L’Ultima Mostra è firmata da Marco Mirk: “In fase di scrittura – racconta Mirk – la bellezza unica e ammaliante dei tesori della tomba di Tutankhamon mi ha portato a creare musiche orchestrali e sognanti, colorate da chitarre elettriche dilatate e pianoforti arpeggiati, mentre le scene del film legate agli aspetti ultraterreni del culto della vita eterna egizia mi hanno suggerito in modo naturale parti più psichedeliche con synth scuri e dal sapore enigmatico. Nella parte del film dedicata all’allestimento a Londra della più grande mostra su Tut mai realizzata, sono stato decisamente colpito dalla difficoltà logistica e dalla delicatezza dell’operazione di trasporto dei reperti archeologici dal Cairo all’Inghilterra, che mi hanno fatto optare per sonorità più post rock con batterie riverberate e chitarre desertiche”.

La voce narrante di Tutankhamon L’Ultima Mostra è quella di Manuel Agnelli, fresco di David di Donatello per La profondità degli abissi, canzone realizzata per il film Diabolik dei Manetti Bros (qui la nostra videointervista a Manuel Agnelli sul red carpet dei David 2022) – appassionato di Egitto e faraoni, che aveva già prestato nel 2018 la sua voce a Caravaggio nel film Caravaggio – L’anima e il sangue che vinse anche un Globo d’Oro. Ecco come Manuel Agnelli ci ha raccontato la sua nuova avventura professionale azzardando anche un avvicinamento tra Tutankhamon e Prince: