The Suicide Squad: torna Harley Quinn e non è sola

di Patrizia Simonetti

Se pensavate di aver già visto il film più assurdo della vostra vita, dovrete ricredervi dopo aver guardato The Suicide Squad Missione Suicida. Io personalmente dopo un quarto d’ora dall’inizio mi sono sorpresa a chiedermi “ma che c… sto guardando?” per poi esclamare poco dopo, sorridendo di gusto sotto la mascherina “fantastico“! Scritto e diretto da James Gunn, The Suicide Squad Missione Suicida, presentato in anteprima il 29 luglio al Giffoni50Plus, arriva lunedì 2 agosto sempre in anteprima in alcune sale italiane e da giovedì 5 agosto in invasione totale in tutti i cinema del paese. E, attenzione, non è il sequel di Suicide Squad del 2016 e neanche il prequel, anche se ne ritroviamo incipit e alcuni protagonisti. Come l’agente governativo Amanda Waller interpretata da Viola Davis – ancora più cinica e inquietante della Annalise Keating de Le Regole del delitto perfetto – che dal penitenziario di Belle Reve, quello con il più alto tasso di mortalità in tutti gli Stati Uniti, torna a prelevare un pugno di anti-supereroi, o meglio di meta-umani, che si sono distinti in passato in più di un’avventura criminale. E anche stavolta fa infilare nella nuca di ognuno di loro un marchingegno che lei può far esplodere a distanza in qualunque momento ne ritenga necessaria l’eliminazione, ad esempio in caso di diserzione o di azioni intraprese autonomamente. Perché per nessun altro come per la Waller, neanche per Machiavelli stesso, il fine giustifica i mezzi e chissene frega se qualcuno ci rimette la pelle. O le squame. O la pelliccia. A seconda dei casi.

L’obiettivo è quello di avere a propria disposizione una squadra di cattivoni – che poi così cattivi non sono mai, o quasi mai, sicuramente non più della Waller, per dire – che non hanno nulla da perdere e assolutamente ricattabili, da spedire, praticamente telecomandati, in una missione segreta, e naturalmente illegale e appunto suicida, sull’Isola di Corto Maltese dove è stato appena compiuto un colpo di stato. Non certo per riportare pace e ordine, piuttosto per distruggere un laboratorio dove è in corso il cosiddetto progetto Starfish iniziato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Progetto che in mani non controllate potrebbe diventare pericoloso per il mondo intero e soprattutto far conoscere dettagli che non metterebbero la stessa Waller e gli Stati Uniti tutti in una buona luce. Loro però, i membri della Suicide Squad, non lo sanno ancora. 

The Suicide Squad Missione Suicida, decimo film del DC Extended Universe, ci regala dall’inizio alla fine uno spettacolo travolgente, fatto di azione, un q.b. di violenza, splatter, effetti specialissimi, ironia, battute, citazioni, e una colonna sonora rigorosamente rock che vi terrà con il fiato sospeso, fiato che tuttavia si spezzerà inevitabilmente tra una risata e l’altra. Il cast è a dir poco eccezionale, a cominciare da Margot Robbie, sempre più a suo agio nel personaggio di Harley Quinn così psicopaticamente adorabile, ma, se possibile, qui ancora più convincente, più divertente, e forse anche un po’ più matura – passatemi il termine – in grado persino di rinunciare all’amore e ai suoi piaceri se sotto c’è puzza di uomo senza scrupoli. La splendida attrice australiana ha girato scene degne di una stuntman (o stuntwoman?) e il regista ci tiene a precisare che anche in una di quelle più acrobatiche e assurde, quando la vediamo appesa per le mani liberarsi aprendo un lucchetto con i piedi, è proprio lei e soltanto lei, e lo stesso James Gunn non si dà pace per il fatto di non aver verificato che si vedesse il suo viso nel corso della sequenza che invece, purtroppo, appare coperto. Ma noi ci fidiamo. Ciecamente. Grande Robbie.

Ritroviamo anche lei dall’altro Suicide Squad, così come Joel Kinnaman che è il capo della missione Rick Flag, Jai Courtney che è Capitan Boomerang in grado di tagliarti in due il cervello con un solo lancio, e John Cena che è Peacemaker che avrà presto una serie spin off tutta sua targata HBO: anche per lui vale il motto machiavelliano, per cui pace a tutti i costi. Numerose le new entry – anche se, ripeto, The Suicide Squad Missione Suicida non è un sequel: Idris Elba in primis – inizialmente convocato come sostituto di Will Smith/ Deadshot – che interpreta Bloodsport, una vera arma letale vivente, quello che ha fatto tanto male a Superman con un proiettile alla Kryptonite, ma anche un padre con grandi sensi di colpa che accetta l’incarico proprio per salvare sua figlia. E poi Daniela Melchior che è Ratcatcher, una specie di pifferaia magica 2.0 che controlla e usa i ratti come un’arma; Nathan Fillion che è T.D.K. che se gli chiedi una mano ti da un braccio, anzi, tutti e due; David Dastmalchian che è Polka-Dot Man, un lanciatore di pois – micidiali ovvio – con l’ossessione per sua madre, il più buffo e surreale di tutti; ma nulla in confronto alla donnola umana (che è Sean Gunn, fratello del regista) e allo squalo gigante che vive fuori dall’acqua e parla con la voce di Sylvester Stallone, anche se non dice molto di più di “gnam gnam”. E soprattutto alla stella marina gigante e psichica che arriva dallo spazio che altro no è se non Starro il conquistatore. Completano il cast Michael Rooker, Pete Davidson, Mayling NG, Flula Borg, Alice Braga e Peter Capaldi che è Thinker.