The Menu: nessuna cena al ristorante sarà più la stessa

di Patrizia Simonetti

Se coltivate una concezione del cibo che sa di convivialità, condivisione, socializzazione, se vi piace invitare o essere invitati a cena per fare quattro chiacchiere in serenità con gli amici gustando del buon cibo fatto in casa, se amate sperimentare nuovi ristoranti e nuove ricette per una vitale e gioiosa curiosità, beh, dimenticherete tutto questo dopo aver visto The Menu diretto da Mark Mylod e con un cast eccezionale composto da Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy (La Regina di Scacchi), Nicholas Hoult, Hong Chau, Janet McTeer, Reed Birney, Judith Light, Paul Adelstein, Aimee Carrero, Arturo Castro, Rob Yang, Mark St. Cyr e John Leguizamo.

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, purtroppo in sola visione e senza regista o nessuno del cast ad accompagnarlo, e in sala da giovedì 17 novembre, The Menu è un film che si serve del cibo per sconvolgere. Anzi, lo fa il solitario quanto inquietante Chef Julian Slowik (Ralph Fiennes), famoso in tutto il mondo per la sua arte e creatività, che ha preparato un sontuoso menù degustazione per selezionati ospiti speciali a Hawthorn, il suo ristorante esclusivo su un’isola costiera degli Stati Uniti nord occidentali.

Tra loro la coppia di certo affatto ben assortita composta da Margot (Anya Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas Hoult). Ma ci sono anche tre giovani esperti di informatica subito ubriachi, e cioè Bryce (Rob Yang), Soren (Arturo Castro) e Dave (Mark St. Cyr); una coppia ricca e più anziana, clente abituale del locale – il che dovrebbe tranquillizzarci tutti, ma perchè non lo fa? –  e cioè Anne e Richard (Judith Light e Reed Birney); il celebre critico gastronomico Lillian Bloom (Janet McTeer) e il suo servile caporedattore Ted (Paul Adelstein); e un attore famoso e bugiardo giunto più o meno al capolinea della sua carriera  (John Leguizamo) con la sua assistente Felicity (Aimee Carrero). Tutto ha l’aspetto di un evento piacevole e di lusso, ma basta che scenda la sera e che l’ultima barca che collega l’isola al resto del mondo si allontani, per far salire a tutti, dentro e fuori il film, una sensazione di angoscia e di oscuro presagio.

Diretta e scandita da un personale di sala ciecamente obbediente come un plotone di esecuzione, con a capo il generale Elsa (Hong Chau), la serata è infatti dominata da una tensione crescente che aleggia su ciascun tavolo degli ospiti – trasmettendosi su ciascuna poltrona degli spettatori – mentre vengono svelati segreti, scoperte menzogne putrefatte e serviti piatti a dir poco insoliti e senza alcuna apparente ragione di esistere. Il tutto acquista paradossalemnte un senso al primo colpo d’arma da fuoco e al dilagare della violenza e della follia. Ed è allora che le vere motivazioni di Chef Slowik iniziano a far rabbrividire e inquietare i clienti – tranne uno a quanto pare –  e diventa sempre più chiaro che il suo elaborato menù avrà un solo dessert e non sarà né dolce né innocuo.

The Menu è un noir che sfiora l’horror, anzi, più prosegue la storia e più ci si passa nel mezzo, terribilmente affascinante proprio perché tocca tutti noi nell’istinto buono e primordiale di autoconservazione, quello del mangiare (inevitabile pensare a Bones and all di Guadagnino che però qui non c’entra niente), andando a demolire pezzo dopo pezzo la nostra comfort zone di esseri sociali e conviviali. Ironico e beffardo nella sua critica vero l’universo culinario fatto sempre più di stelle onnipotenti e di vere e proprie divinità da seguire e adorare ad ogni costo, The Menu, è strano a dirsi, ti terrorizza piano piano, e poi all’improvviso.