The Gray Man: premiere e recensione del film Netflix con Ryan Goslin e Chris Evans

di Patrizia Simonetti

Grande premiere ieri sera a Roma per The Gray Man, il nuovo film diretto da Anthony e Joe Russo che vede protagonista uno scatenato Ryan Gosling affiancato da un cattivissimo Chris Evans, quest’ultimo, per sua stessa ammissione, aiutato nel suo calarsi negli odiosi panni dell’antagonista di turno, da un paio di altrettanto antipatici baffi. Eh già, non guarderemo più Captain America con gli stessi occhi… anche se ormai il nuovo Captain America è e resterà Sam Wilson, alias Falcon, alias Anthony Mackie. Ma non divaghiamo.

Dunque, dopo aver attraversato i fumogeni rossi per entrare nell’Auditorium della Conciliazione dove si è tenuta la premiere-evento a tema, aver gustato cocktail vari ascoltando musica ambient suonata live dal colorato e illuminato palco circondato da palloncini e palloncioni, esserci letteralmente sparati l’ultimo shottino al peperoncino, eccoci in sala pronti ad immergerci nella storia di The Gray Man, thriller adrenalinico prodotto da Netflix/AGBO, tratto dal romanzo Tre giorni per un delitto di Mark Greaney, sceneggiato da Joe Russo, Christopher Markus e Stephen McFeely, su Netflix dal 22 luglio, ma oggi al cinema in alcune sale selezionate.

Ryan Goslin è l’agente della CIA Court Gentry, ma tutto lo conoscono come Sierra Six. I Sierra, con numero a seguire, sono quella specie di agenti speciali che esistono e non esistono, collocati dunque in quella zona grigia, da cui la definizione di Gray Man, ma senza sfumature, dove è permesso tutto, pur di portare a termine la missione affidata loro dai vertici dell’organizzazione, che delega così il lavoro sporco. Spesso vengono prelevati dal carcere offrendo loro una sorta di libertà, pur legandoli indissolubilmente all’agenzia governativa di spionaggio americana per la quale lavoreranno per tutta la loro vita. Così anche Sierra Six è stato portato via da un penitenziario dove scontava una lunga pena per aver ammazzato il padre che stava per ammazzare suo fratello. A volte va così.

Affidato al supervisore Donald Fitzroy, interpretato da Billy Bob Thornton, per un po’ Gentry fa il suo lavoro, fino a che non diventa preda lui stesso, soprattutto del collega psicopatico, sadico e assolutamente fuori controllo Lloyd Hansen, interpretato, come detto, da Chris Evans.

Ma quando sembra avere tutti contro, in suo aiuto accorre l’agente Dani Miranda che oltre a menare come Hulk, è pure bellissima, tanto quanto Ana de Armas che le dà vita nel film.

Ma come tutti gli eroi che si rispettano, e Sierra Six deve diventare un eroe, oltre a cercare di salvare la propria pelle, dovrà proteggere e salvare una dolce ragazzina, nipote del suo ex capo e grande amico paterno, che peraltro è pure malata di cuore e tenuta in vita da un bypass. Che con tutto il casino che i due protagonisti alzano, ci si sorprende continuamente che non gli venga un colpo prima della fine della storia. Ad interpretarla è Julia Butters, scelta tre anni fa da Tarantino per il ruolo dell’attrice bambina in C’era una volta a… Hollywood.

Nulla di nuovissimo in realtà, ma tanto chiasso, tantissimi proiettili sparati, bombe, palazzi e tram esplosi, inseguimenti rocamboleschi, fughe impossibili, lotte corpo a corpo, in una sorta di 007 al quadrato, anzi al cubo (che peraltro Goslin/Sierra Six nomina pure in una frase scherzosa a inizio film). The Gray Man è comunque un film divertente e coinvolgente, soprattutto per chi ama il genere, e ci offre l’occasione di gustarci un inedito Ryan Goslin più imbattibile e resistente al dolore di un marine, e un altrettanto inedito Chris Evans, così cattivo come non l’avevamo mai visto. Come se, fondendo interpreti e personaggi, i ruoli si fossero invertiti: il supereroe è Goslin mentre Evans ha perso tutti i suoi poteri e per quanto forte e ben addestrato, è quanto di più lontano dall’eroe buono e salvifico capace di salvare il mondo, anzi, ne distrugge una bella parte. Nel cast di The Gray Man anche Regé-Jean Page, Jessica Henwick, Dhanush, Wagner Moura e Alfre Woodard.