The Breadwinner, il coraggio di una bimba afghana trovato nelle favole

di Patrizia Simonetti

A Kabul, nell’Afghanistan del 2001, se una donna, una ragazza, persino una bambina, usciva da sola in strada senza essere accompagnata da un padre, un marito o un fratello, insomma da un uomo, erano botte. Anche se le avevano arrestato il padre senza alcun motivo e l’unico maschio della sua famiglia aveva pochi mesi. Così Parvana, ragazzina coraggiosa di soli undici anni, che in quanto a forza, determinazione e intraprendenza prende un pista alla sorella maggiore Soraya, dopo aver visto sua madre Fattema quasi morire sotto il bastone di un sorvegliante talebano e dopo essersi vista rifiutare del riso da un mercante per paura di essere punito, decide di fingersi un ragazzo così da poter andare a comprare il cibo per la sua famiglia, da cui il titolo The Breadwinner, ovvero il capofamiglia, colui cioè che porta i soldi a casa e mantiene la famiglia. E soprattutto per recarsi, tra mille pericoli, alla prigione dove è rinchiuso il vecchio padre, un ex maestro con una gamba sola, bravissimo ad inventare e a raccontare storie, cercando di riprenderselo. The Breadwinner, che ha aperto il concorso di Alice nella città, sezione parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata ai ragazzi, è un film d’animazione molto toccante e certo destinato non solo a un pubblico giovane, per quanto possa essere di monito e risvegliare l’interesse delle ultime generazioni nei confronti delle condizioni di loro coetanei che vivono in paesi dove regnano guerre e oppressioni, ma a tutti indistintamente a ricordare che anche se i Talebani a Kabul non ci sono più, sono altrove e che comunque in Afghanistan e in molti altri posti le donne non hanno ancora tutti i diritti degli uomini. Commuove la storia di questa ragazzina coraggiosa che per sopravvivere al mondo talebano e al dolore della perdita del padre cui è molto legata, peraltro strappatole via per puro capriccio da un ex alunno del genitore ora passato tra i talebani, si rifugia nell’amicizia con una coetanea, anche lei trasformatasi per sopravvivenza in un ragazzo ma con un padre padrone dal quale sogna di fuggire e di andare a vedere il mare. E soprattutto nelle favole che suo padre le raccontava e che lei è diventata così brava ad inventare un po’ per tenere buono il fratellino Zaki, un po’ per se stessa, storie di coraggio e di avventura con il suo vero mondo a fare da sfondo e con protagonista un ragazzo che, come vorrebbe fare lei, riesce a vincere i cattivi e la paura, e al quale Parvana da lo stesso nome di suo fratello Sulayman saltato su una mina. Favole che diventano cartoni nel cartone, ma con una differente tecnica di animazione, più elementare, tipo stop motion, che le distingue dal resto e che divide i due mondi, quello di fantasia e quello paurosamente reale. Alzate i cuori e non la voce. I fiori crescono con la pioggia, non con i tuoni si legge prima dei titoli di coda. Tratto dal bestseller Sotto il burka della canadese Deborah Ellis che ne ha curato la trasposizione cinematografica assieme alla sceneggiatrice Anita Doron, The Breadwinner è prodotto oltre che da Cartoon Saloon, la cui cofondatrice e direttrice creativa Nora Twomey fa da regista al film, da Angelina Jolie, dedita alle cause umanitarie, ambasciatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) nonché regista di Per primo hanno ucciso mio padre, film di denuncia sul genocidio cambogiano tratto dall’autobiografia Il lungo nastro rosso di Loung Ung, produttrice e cosceneggiatrice con la stessa Jolie, dallo scorso settembre su Netflix.