Tenet: come salvare il mondo invertendo il tempo

di Patrizia Simonetti

Un pugno di eroi, tra cui svetta l’eroe assoluto, a rischiare la vita per salvare il mondo giocando, si fa per dire, con il tempo, oltrepassando ogni limite tra presente, passato e futuro. Già visto? No, proprio così no. E sì che ci sono e ci saranno sempre film e serie TV che tra incantesimi, macchine del tempo e superpoteri portano i loro protagonisti avanti e indietro, soprattutto indietro, negli anni e nei secoli per tentare di modificare qualche piccolo dettaglio che magari eviti l’apocalisse, pur con il rischio di imbattersi in inquietanti te stessi (vedi ad esempio The Umbrella Academy o Dark, per dire…), ma in Tenet non ci sono maghi o streghe, marchingegni più o meno funzionanti né superuomini e superdonne con mascherina e mantello, c’è la fisica. E quasi ci credi che tutto ciò sia possibile.

Tenet è il nuovo atteso film di Christopher Nolan (Dankirk, Inception) in sala da mercoledì 26 agosto, film dove, come detto, non manca l’eroe aitante e coraggioso – anzi ce ne sono persino due – che ha dovuto superare una prova durissima che nessun altro essere umano probabilmente avrebbe mai superato per guadagnarsi il ruolo di salvatore del mondo, né la bella da salvare, tanto meno il cattivo che ovviamente il mondo lo vuole distruggere (tralasciamo il motivo stavolta perché sarebbe un vero o proprio spoiler), e dove la parola chiave è appunto Tenet che è precisamente un palindromo e che significa Principio, ma ogni principio presume una fine, e invece ogni logica temporale qui è scardinata. Tutto ciò significa che i suoi protagonisti in realtà non viaggiano nel tempo: tutta la vicenda si basa sulle cosiddette inversioni temporali rese possibili – persino per alcuni fisici – dal principio o legge dell’entropia che regola la direzione del flusso temporale, ma tale direzione, o verso se preferite, può essere invertita a seconda delle necessità: “in teoria se si potesse invertire il flusso dell’entropia di un oggetto, si  potrebbe invertire il flusso del tempo di quell’oggetto stesso – spiega Nolan – quindi la storia di Tenet è fondata su una fisica credibile: ho fatto leggere al fisico Kip Thorne la sceneggiatura e mi ha aiutato con alcuni concetti, e senza voler dare fondamenti scientifici, ci siamo basati semplicemente sulle leggi attuali della scienza“. Tutto chiaro?

In pratica quindi, se un proiettile ti salta dal tavolo nella mano, non è detto che sia magico o magnetico e che tu stia, in quel caso, stringendo una calamita, ma è piuttosto verosimile che tu l’abbia lanciato sul tavolo precedentemente – quanto precedentemente non è dato a sapere – e ora hai invertito il verso temporale. Provare per credere.

E veniamo ai nostri eroi e alla storia di Tenet che, ormai dovrebbe essere chiaro, non è solo fantascienza: “La storia assume l’idea del tempo dal modo in cui lo percepiamo e lo viviamo, facendo interagire elementi di fantascienza con quelli classici dello spionaggio – spiega Christopher Nolan che lo ha scritto e diretto – Tenet è un thriller di spionaggio che ruota intorno ad un Protagonista, che viene inserito in un’organizzazione segreta nota come Tenet. Spesso questi personaggi sono rappresentati come molto duri e cinici. Tuttavia, sono anche caratterizzati da una buona dose di altruismo e senso del sacrificio in ciò che fanno e in ciò che ci si aspetta da loro, una combinazione tra etica e responsabilità anche nei confronti dei loro simili. John David Washington ed io in questo progetto abbiamo entrambi avvertito l’opportunità di attingere maggiormente a questi attributi, coinvolgendo il Protagonista a fare le cose più estreme, in nome di un bene più grande“. Il nostro eroe dunque non ha nome, ed è lui stesso, eroico sì ma modestia zero, ad insistere a chiamarsi il Protagonista: lo interpreta, come appena detto, John David Washington, figlio di Denzel, già portato dal padre sul set di Malcom X da ragazzino, poi andato per la sua strada fatta di campi di football per poi tornare a recitare dopo il classico infortunio: “Tenet parla soprattutto di un uomo che cerca di salvare il mondo – dice John David Washingtonil film sfida i nostri modi tradizionali di interpretare il tempo e cosa percepiamo come reale, i nostri comportamenti, ma c’è molto altro: Nolan si occupa direttamente di come comprendiamo la fisica del tempo, tutto attraverso la lente di questo personaggio. Non so perché sia così affascinato dal tempo, ma mi piace come lo affronta nei suoi film.

Ad affiancarlo Robert Pattinson (presto nella tuta di Batman), mentre la ragazza da salvare è Elizabeth Debicki e il cattivo bastardo egoista di turno è niente meno che Kenneth Branagh, e aggiungendo il cameo di Michael Caine, già solo il cast sarebbe una ragione valida per andarlo a vedere, oltre al fatto che sia stato girato in ben sette differenti paesi incluso il nostro – il movimentato set di Tenet è partito dall’Estonia per arrivare fino in Italia, sulla costiera amalfitana per l’esattezza, passando per la California, l’India e la Norvegia – e soprattutto perché tornare al cinema con un film così è davvero una bella ricarica. Ed è proprio al cinema che va visto dal momento che è stato girato con un mix di pellicola IMAX e pellicola in 70mm, il che offre la miglior risoluzione possibile, purché poi si proietti in forma analogica e nel formato giusto. Uscirete dalla sala un po’ storditi sia dalle due ore e mezza di film, che tanto dura, sia dalle spettacolari scene d’azione, tanto che guarderete in aria e vi chiederete: “ehi, ma perché quell’uccello vola all’indietro?”. Giuro, sarà così.