Cadono le bombe sull’ospedale Al Quds di Aleppo, in Siria, sostenuto da Medici senza Frontiere, è quasi la mezzanotte del 27 aprile 2016 e a lanciare morte su medici, infermieri e pazienti è l’aviazione di Damasco, o forse quella delle forze alleate al governo. Non fa alcuna differenza. Tutti scappano, corrono, gridano, il panico e il terrore si impossessano dei corridoi e delle sale dell’edificio centrato in pieno, bomba dopo bomba. C’è solo un medico che resta e, deciso e impassibile, va verso la sala operatoria: lì c’è un ragazzino di 9 anni e con lui sono rimaste soltanto due infermiere. Il medico si chiama Mohammed Wassim Moaz, ha 36 anni, è un pediatra, l’ultimo rimasto in città, non può certo lasciarlo solo. Quella notte l’edificio che ospita il nosocomio viene raso al suolo, le vittime sono 14, compreso l’eroico dottor Moaz, più un altro medico, due infermieri, donne e bambini. “Era cordiale, amichevole e aveva l’abitudine di scherzare molto con tutto il personale – lo ricorderà poi in una lettera il direttore dell’istituto, dottor Hatem – era il medico più amabile del nostro ospedale“.
Dedicato a tutti i medici del mondo che hanno rischiato e rischiano tuttora la propria vita combattendo coraggiosamante in prima linea, proprio come in una guerra, il Covid-19, arriva su Amazon Prime Video Tabib, che in arabo vuol dire Medico, il cortometraggio del pugliese Carlo D’Ursi che, avvalendosi delle immagini della video vigilanza dell’ospedale, debutta dietro alla macchina da presa dopo aver lavorato come come produttore prima con Pedro Almodovar e poi in totale autonomia con la sua Potenza Producciones fondata in Spagna. Tabib si è già aggiudicato la Menzione Speciale nell’ambito dei Corti d’Argento, l’Unicef Award e molti altri premi. Dopo la sua prima prova d’attore in A tor bella monaca non piove mai, opera prima, anch’essa, di Marco Bocci, Carlo D’Ursi ha appena finito il suo nuovo corto dal titolo Yalla pronto per la distribuzione.