Studio Battaglia: avvocate e non solo, tra ironia e sentimenti. Videoincontro con il cast

di Patrizia Simonetti

Una madre e tre figlie. In comune non certo i caratteri, bensì la professione di avvocate divorziste, almeno per due delle sorelle. La terza invece fa la baby sitter e sta pure per sposarsi. A raccontare le loro vite, fuori e dentro i relativi studi, è Studio Battaglia, la nuova serie di Rai 1 al via martedì 15 marzo, remake della britannica The Split, un legal-family-dramedy ironico, divertente, intelligente che finalmente mostra l’umanità femminile qual è, e cioè un insieme di persone capaci di famiglia, carriera, relazioni, legami, decisioni ed errori, al pari degli uomini.

Capostipite della famiglia e dello Studio Battaglia è Marina, donna forte, professionale e cinica, sempre pronta alla battuta più irriverente ed esilarante, capace tuttavia di amore per le sue figlie che ha orgogliosamente cresciuto da sola dopo l’abbandono del marito Giorgio (Massimo Ghini) che se n’è andato con la ragazza alla pari, e senza mai smettere di lavorare anzi, rendendo contemporaneamente il suo studio il più importante e prestigioso di Milano. Ad interpretarla una Lunetta Savino in stato di grazia. Poi c’è Anna, interpretata da Barbora Bobulova, la figlia maggiore che ha lasciato il guscio e lo studio materno per un studio rivale dove ritroverà un amore di gioventù, tal Massimo, alias Giorgio Marchesi, cui all’epoca aveva preferito Aberto (Thomas Trabacchi) tuttora suo marito e con il quale ha due figli adolescenti. Del resto l’indole di Anna non somiglia affatto a quella della madre: per lei fare l’avvocata non vuol dire accantonare i sentimenti pensando soltanto ai soldi e a rincorrere il cliente più ricco, anche se è un gran bastardo. Nina invece, cui dà vita Miriam Dalmazio, è rimasta accanto alla madre cui forse somiglia un po’ di più: donna giovane, bella e disinibita, cui apparentemente sembra importare nulla di nulla, ma non è affatto così. E infine c’è Viola, la più giovane delle tre, ruolo affidato a Marina Occhionero, l’unica, data l’età, che ha meno sofferto dell’abbandono paterno e la più felice di tutte, anzi in realtà l’unica, di rivederlo, nonché sempre l’unica a non aver intrapreso la carriera legale.

Di caso in caso, ognuno caratterizzato da un tema attuale e spinoso come la diffamazione, l’eredità digitale, gli accordi di riservatezza, e la tutela dell’immagine, ma anche le unioni civili, le famiglie omogenitoriali e il congelamento degli embrioni, e tra ricordi, rimpianti, sentimenti, incomprensioni e chiarimenti, ci divertiremo un sacco a scoprire le anime più profonde di queste donne grazie anche ad una sceneggiatura davvero ben scritta e molto realistica, e ai dialoghi spesso taglienti e mai banali. Senza dimenticare il caso orizzontale, quello cioè che la serie segue per tutte le quattro serate: al centro ancora una donna, Carla, precipitata in un divorzio senza mai aver avuto la minima percezione di ciò che stava accadendo. Dallo shock iniziale Carla riuscirà ad emergere e ad affrontare la battaglia grazie a una delle tre avvocate. Ad interpretarla è una grandiosa Carla Signoris.

Diretta – e non si direbbe – da un uomo, ovvero Massimo Spada, Studio Battaglia è stata però scritta da una donna, Lisa Nur Sultan, che la definisce “un’arena in cui portare avanti un racconto contemporaneo e sfaccettato delle relazioni: si parla di come finiscono, ma anche di come provare a non farle finire. Dei desideri, insoddisfazioni e aspettative che hai a 25, 35, 45 e 65 anni, e di come questi cambino con l’età. Del cinismo che devi avere quando sei l’avvocato, e di come soffri quando invece il matrimonio che si sfascia è il tuo. Parla di rapporti uomo/donna, educazione dei figli, sesso, desiderio di maternità, padri separati, corsi prematrimoniali, insomma… di vita“.

È l’amore a muovere il mondo, disse il poeta – aggiunge il regista – E credo che non ci sia niente di più forte dei sentimenti umani per trascinare una storia, nel bene o nel male, nel dramma come nella commedia. L’amore, nell’accezione ampia del termine, è sempre stato il motore di tutte le più grandi storie mai raccontate dall’antichità ad oggi. La nostra è una serie al femminile che parla di donne, madri, figlie, mogli o compagne, di sogni e desideri, di occasioni, di rapporti finiti o da cominciare ma parla anche di diritti e doveri. Perché le nostre protagoniste sono avvocate divorziste, in ‘Battagli’ appunto, ma piene di empatia e ricche di ironia. Credo che ognuno di noi possa trovare qualcosa del suo vissuto o di sé in molti dei personaggi o nelle vicende che abbiamo raccontato e credo che i temi affrontati in questa serie siano tra i più contemporanei e universali perché parlano della vita di tutti noi“.

Ed ecco cosa ci hanno invece detto i protagonisti di Studio Battaglia nel nostro videoincontro con Lunetta Savino, Barbora Bobulova, Miriam Dalmazio, Marina Occhionero, Thomas Trabacchi, Giorgio Marchesi: