Un giorno di sole a Roma come tanti altri, Andrea Canaletti sta riprendendo un gruppo di ragazzini di tutti i colori che giocano a pallone per farne un documentario, perché lui è un regista anche se ancora non ha girato né pubblicato nulla, quando uno schianto alle sue spalle lo distrae, ma solo per un attimo. Non dà peso neanche a quella colonna di polvere che si alza in aria e riprende a fare esattamente ciò che stava facendo. Non sa, o meglio, non sa ancora, che quello schianto è Benito Mussolini che atterra da chissà dove proprio nel multietnico quartiere dell’Esquilino e sì che tutte quelle facce “straniere” nel bel mezzo della capitale dell’”impero” lo disgustano non poco… Comincia così Sono tornato, riadattamento in chiave nostrana del tedesco Lui è tornato – Er ist wieder da di David Wnendt che ipotizzava il ritorno di Hitler, scritto con Nicola Guaglianone da Luca Miniero che ne firma la regia, in sala da giovedì 1 febbraio con Vision Distribution, con un immenso Massimo Popolizio nel ruolo del protagonista, un sorprendente Frank Matano in quello del suo pigmalione, Stefania Rocca nella parte della produttrice televisiva fascista dentro, Ariella Reggio che dà vita all’unica persona lucida di tutto il film e pensare che ha l’Alzheimer, e ancora Gioele Dix, Eleonora Belcamino, Ariella Reggio, Massimo De Lorenzo, Giancarlo Ratti, Guglielmo Favilla.
In Sono tornato dunque, dopo ottant’anni il Duce ahimè ritorna, accolto inizialmente da una coppia di edicolanti gay poi dallo stesso Andrea che certo non immagina neanche lontanamente che si tratti proprio di lui, cioè di lui lui, ma convinto che sia un attore comico dal talento strabiliante che magari esagera un po’ a non uscire proprio mai dal personaggio, ma che possa finalmente dargli il successo che da tanto aspetta, così lo porta in televisione, del resto, quale miglior mezzo di propaganda dei giorni nostri? Certo, la sua amata Claretta non c’è più, i suoi uomini nemmeno, neanche nei circoli di estrema destra ritrova lo spirito giusto dei suoi momenti di gloria, eppure di una cosa il redivivo è sicuro: riconquisterà il paese.
Sono tornato è un film inquietante, cinico, politicamente scorretto e a tratti allarmante, e non solo per l’ipotesi fantapolitica e agghiacciante del ritorno del Duce, tenendo peraltro ben presente un’uscita in sala a pochi giorni dalla Giornata della Memoria e in piena campagna elettorale: il successo di quel Benito Mussolini che non è cambiato di una virgola, ancora con la sua stessa uniforme e con il suo stesso piglio, è infatti travolgente quanto inaspettato (ma davvero?) sia nello show più razzista che la storia della TV potrebbe mai ricordare di cui il personaggio del film diventa protagonista, sia nelle reazioni vere e reali delle persone al passaggio di quel Duce così stranamente vivo e vegeto riprese in una sorta di candid camera tra le varie sequenze del film, tra selfie, saluti e braccia tese. Insulti? Pare pochi. Tanti invece coloro che parlano a quell’uomo come fosse davvero lui. Da non credere. “Non volevamo fare un nuovo processo a Mussolini – spiega Luca Miniero – la storia lo ha già giudicato, volevamo solo vedere come reagivano gli italiani di oggi e abbiamo scoperto tante cose…” Le nostre videointerviste a Massimo Popolizio, Frank Matano e Luca Miniero: